Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Media, Arte, Cultura

Chiesa-zingari, quel feeling…

In corso in Germania il Congresso di pastorale per gli zingari. Tra le idee in campo, la creazione di Centri per la gioventù gitana e azioni di microcredito sostenute dalla Caritas

di Sara De Carli

I giovani zingari? Hanno gli stessi desideri e aspettative di tutti i giovani. La prova viene da Freising (Germania) dove è in corso fino al 4 settembre il VI Congresso Mondiale della Pastorale per gli Zingari, dedicato proprio ai giovani zingari nella Chiesa e nella società.
I giovani zingari vogliono vivere ben integrati nella società, avere ruoli decisionali e di responsabilità, raggiungere un buon livello di educazione culturale e avere un lavoro redditizio, impegnarsi in attività politiche e di sostegno a favore della propria popolazione (etnia), essere cittadini a tutti gli effetti, capaci di corresponsabilità e solidarietà attiva e critica nella costruzione di società interculturali. Chiedono alle autorità di «facilitare la creazione di Centri per la gioventù gitana dove poter progettare e prendere parte a diverse iniziative e attività». Da qui l’indicazione alla politica: «incoraggiare lo sviluppo e la realizzazione di programmi-pilota, iniziative e progetti volti a migliorare la partecipazione dei giovani zingari nella vita pubblica».

I giovani zingari sono «una ricchezza per la Chiesa e per la società», ha detto ieri il Cardinale Renato Raffaele Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, aprendo il Congresso. Martino ha parlato di «precarie condizioni di vita e scarse opportunità di istruzione e di lavoro» che fanno sì che spesso gli zingari sperimentino «sentimenti di sradicamento e disuguaglianza, perdita di fiducia in sé stessi, nel nucleo familiare, nelle istituzioni politiche, giuridiche ed educative, sia sociali che ecclesiali» e ha ammesso che «non di rado le risposte a tale stato di fatto si trasformano in atti di violenza aperta e in reazioni incompatibili con le leggi vigenti».
Il Cardinale ha poi invitato gli Stati «a fornire appoggi agli enti educativi e di aggregazione zingara, alle vostre varie famiglie (clan), alle scuole e associazioni, ove nel rispetto delle norme e dei regolamenti di convivenza civile, si sviluppa una personalità equilibrata e responsabile e ove nascono soggetti idonei a partecipare pienamente alla vita della comunità».

Quanto alla Chiesa, Marchetto ha ribadito che gli zingari hanno bisogno di una Chiesa viva, capace di aiutare a superare quelle difficoltà che la politica non riesce a superare: «non basta presentarsi con amore e con il desiderio di proclamare la Buona Novella, sono necessarie dimostrazioni concrete di solidarietà, anche attraverso una condivisione di vita». E lancia anche un’idea concreta: «sarebbe utile chiedere alle organizzazioni umanitarie e alla Caritas di stanziare, con successivo controllo, microcrediti per le famiglie e le comunità che dimostrano maggiori capacità di saperli utilizzare a favore della propria etnia».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA