Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Sanità & Ricerca

BIOETICA. Testamento biologico: parla Mario Melazzini

Aisla: serve continuità nella rete assistenziale; alimentazione e idratazione sono sostegno vitale; gli strumenti a disposizione del medico per tutelare la volontà del malato sono già sanciti dalla Costituzione e dal Codice deontologico medico.

di Redazione

Dall’attuale dibattito sul testamento biologico, nonché dalle eventuali opportunità e/o modalità di regolarlo attraverso uno strumento giuridico, nasce la riflessione di Aisla Onlus, Associazione che dal 1983 si propone come punto di riferimento a livello nazionale per i malati di Sclerosi laterale amiotrofica e per i loro familiari. Di seguito riportiamo le considerazioni del presidente Mario Melazzini.
«Aisla Onlus ritiene che tutti i disabili gravissimi (tra cui anche gli ammalati di Sclerosi laterale amiotrofica), proprio in quanto tali, non rappresentino altrettanti “casi” da strumentalizzare ma, viceversa, persone che hanno diritto a tutte le misure possibili e adeguate di assistenza e presa in carico. Per tale motivo, appaiono prioritari rispetto a tutto il resto l’introduzione o l’ulteriore potenziamento di tutti quei provvedimenti finalizzati al concreto sostegno dei malati inguaribili e delle loro famiglie, attraverso la realizzazione di un effettivo percorso di continuità assistenziale.
Affrontando nel dettaglio alcuni aspetti pratici riguardanti il testamento biologico, si vuole rimarcare come l’idratazione e la nutrizione artificiale rappresentino secondo noi un sostegno vitale fondamentale e non uno strumento terapeutico.
In più, segnaliamo come gli strumenti a disposizione del medico per tutelare la volontà del malato siano infatti già sanciti e dalla Costituzione italiana e dal Codice deontologico della professione medica, nonché dalla Convenzione di Oviedo. Non vi sono dunque, secondo la nostra opinione, percorsi terapeutici che non siano condivisi con i pazienti e le loro famiglie, che non siano tracciati in un costante confronto tra medico e malato, confronto fatto di informazione precisa, supporto psicologico, presa in cura, affinché ogni scelta da compiersi sia ragionata, voluta, condivisa.
Il disporre insieme è pratica normale e consolidata, è un diritto costituzionale dei cittadini, è un dovere deontologico del medico. E ancor più come Associazione costituita da persone con Sclerosi laterale amiotrofica e dai loro familiari, ribadiamo l’assoluta centralità di quest’opera di presa in carico che il medico deve compiere nei confronti della persona fragile che a lui si affida, quanto sia indispensabile che vi sia corretta e piena informazione dalla diagnosi alla cura, in modo che ogni passaggio sia preparato, conosciuto, disposto».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA