Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Famiglia & Minori

Ora le coppie hanno meno pregiudizi

Parla Daniela Bacchetta, vicepresidente della Commissione adozioni internazionali

di Redazione

«È cresciuta la consapevolezza dei bisogni dei bambini, questo anche grazie al lavoro degli enti». Una svolta che coinvolgerà anche la formazione degli operatori. A partire dal post adozioneL’alzarsi dell’età media dei minori adottati è il bellissimo segnale di una maggiore maturità delle coppie. Firmato Daniela Bacchetta, vicepresidente della Commissione adozioni internazionali.
Vita: Come si spiega questo trend?
Daniela Bacchetta: Da un lato in molti Paesi c’è stato un potenziamento delle adozioni nazionali: vale soprattutto per i Paesi dell’Est Europa, da cui prima arrivavano in Italia molti bambini. Una seconda ragione, che riguarda in particolare l’America Latina, è la durata delle procedure adottive: l’iter è molto lungo e i bambini intanto crescono. In più ci sono le specificità di ogni Paese: per esempio l’Ucraina ha stabilito di recente che i gruppi di fratelli non possono essere separati e questo alza l’età media dei bambini. Ma c’è ancora una ragione, forse è la più importante?
Vita: Quale?
Bacchetta: Le coppie italiane sono diventate più consapevoli di chi sono i bambini che hanno bisogno di una famiglia, e quindi sono più disponibili. Questo grazie al lavoro degli enti, che hanno saputo valorizzare le risorse delle coppie. Il progetto adottivo è come tutti gli altri progetti, ha una sua storia e una sua evoluzione: nasce come un sogno di genitorialità il più simile possibile a quella biologica, ma poi cresce ed evolve. Alcune volte l’evoluzione è faticosa, altre invece il sogno non riesce a reggere l’impatto con la realtà e allora le coppie lasciano.
Vita: Visto che il trend è consolidato, la Cai pensa a una azione specifica per informare le coppie e formarle a questo tipo di adozione?
Bacchetta:Nella formazione degli operatori non possiamo non tener conto della concretezza del dato statistico. L’anno scorso abbiamo parlato di post adozione, ed è chiaro che ragionare del post adozione in questi anni, con ragazzi che affrontano l’adolescenza poco dopo essere entrati in famiglia è diverso che cinque anni fa. Quest’anno rifletteremo sull’adozione di adolescenti e di gruppi di fratelli.
Vita: Da parte degli enti c’è la pressione per aprire nuovi canali o nuovi Paesi, così che sia più facile rispondere alla domanda di bambini piccoli?
Bacchetta:Gli enti si apprestano a chiedere le estensioni delle autorizzazioni, per operare in nuovi Paesi, e devo dirle che no, non vedo questa corsa al Paese che ha più disponibilità di bambini piccoli. C’è una grande maturità da questo punto di vista.
Vita: Però i piccolissimi sono aumentati. Perché alcuni enti riescono a portare a casa bambini di pochi mesi e altri no?
Bacchetta:Non vedrei necessariamente del torbido? non possiamo certo buttare a mare i Paesi che hanno più disponibilità di bambini piccoli! Anche se sì, ci sono Paesi in cui, anche su questo aspetto, è necessario tenere le antenne più alzate.
Vita: La Cina sarà un nuovo bacino di bambini piccoli?
Bacchetta:Abbiamo appena concluso le prime venti adozioni, i numeri sono così piccoli che non fanno statistica. Certo, la Cina ha le sue caratteristiche e le sue politiche, per cui in questi momento ha molti bambini piccoli? però è un Paese che sta cambiando, sta rivedendo l’uscita dei suoi bambini, presto la fisionomia delle adozioni internazionali sarà diversa anche lì.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA