Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Attivismo civico & Terzo settore

G8, l’Africa in testa

Il continente nero sarà uno dei temi portanti del vertice che si aprirà mercoledì

di Redazione

La fiducia al tempo della crisi; gli aiuti ai paesi in via di sviluppo; il grande continente nero sempre più in difficoltà; l’inquinamento… Sono tanti i temi che i leader discuteranno al G8 ormai alle porte. I giornali di oggi provano a farne un elenco ragionato.



“Mercati il piano del G8”, dice il CORRIERE DELLA SERA in prima pagina: «dodici tavole per l’economia globale: le pubblica l’Ocse, l’organizzazione dei 30 paesi più industrializzati, che ha lavorato con gli esperti del ministro dell’Economia Tremonti e con i tecnici della cancelliera tedesca Merkel. Ne “Le dodici tavole per un’economia etica”, Roberto Bagnoli anticipa i contenuti del piano italo tedesco (il britannico Gordon Brown spinge invece per un percorso alternativo) che oggi sarà consultabile sul sito in francese dell’Ocse (Ocde.org): «Ovunque ci sono riferimenti all’etica, alla giustizia, alla responsabilità…Tra i primi punti viene indicato il superamento del segreto bancario, nuove governance societarie, il rispetto degli standard per la difesa dell’ambiente, del lavoro, della società che non devono andare verso il basso, ma mirare a una convergenza condivisa al massimo livello da strutture legali internazionali. Così come ci sono ampi riferimenti alla lotta contro l’evasione e l’elusione fiscale, contro la criminalità finanziaria  e il riciclaggio di denaro sporco». Questi standard sono stati battezzati: Global Legal Standard. Il CORRIERE a pag 6 affronta anche il tema Africa. Lo fa con un’intervista al segretario generale delle Nazioni unite (“«Gli impegni sull’Africa devono essere mantenuti»”). Ragiona Ban Ki-Moon: «In questo momento rispetto agli impegni del G8 di Gleaneagles… mancano all’appello 20 milioni per l’Africa… Se l’Africa non si unirà agli altri Paesi nel perseguire gli Obiettivi del millennio, non c’è nessuna speranza di raggiungerli. E questi obiettivi sono un imperativo politico e morale… Al primo ministro Berlusconi dico: come si riuscirà a mobilizzare le risorse e come si troverà un accordo, questo dipenderà proprio dalla sua leadership».


Differente la scelta de LA REPUBBLICA: nelle pagine della cronaca racconta il G8 dal punto di vista logistico e organizzativo, mentre in R2 lo vede dal punto di vista tematico. “Sul tavolo dei grandi” è il titolo del focus di 4 pagine inaugurato da due citazioni: di Barak Obama («come Stati Uniti abbiamo in programma di raddoppiare gli aiuti alle nazioni povere… La priorità dell’America al prossimo G8 è indurre gli altri paesi a fare altrettanto») e di Benedetto XVI («Le misure per uscire dalla crisi saranno efficaci solo se avranno valenza etica. Invito i leader del G8 ad ascoltare la voce dell’Africa e dei paesi meno sviluppati»). Dal clima all’economia, dall’Iran all’Africa: 29 capi di stato, 40 delegazioni per un summit che Berlusconi ha definito «il G8 delle regole». Molti gli approfondimenti. Di Federico Rampini per il quale non siamo usciti dalla recessione, occorre guardare all’emorragia dei posti di lavoro, e riformare la finanza mondiale. «Criteri di prudenzialità nei bilanci bancari, coordinamento delle vigilanze, creazione di un’autentica authority sovranazionale, limiti alle gratifiche dei banchieri, sanzioni più efficaci, inclusione dei derivati nel perimetro delle attività soggette al controllo delle banche centrali: l’elenco delle grandi riforme è noto». Di recente però l’attenzione è calata… Sull’inquinamento insiste Maurizio Ricci: sarà Obama a presiedere mercoledì e giovedì le riunioni via via allargate fino a rappresentare l’80% delle emissioni mondiali che si occuperanno dell’effetto serra. Ma arrivare a un documento comune sarà difficile. Due fronti: l’impegno Ue (meno 20% di emissioni) e quello Usa e Giappone (rispettivamente meno 4 e 8%) e i paesi emergenti, che non vogliono tetti. Infine l’Iran. Guido Rampoldi analizza la situazione e le sanzioni annunciate. Non aiutano il negoziato. C’è il rischio di ammonimenti solenni quanto inutili. Sull’Africa, Lucio Caracciolo: un tema inaggirabile. Rispetto al recente passato sono però tre i fattori nuovi: l’emergere di regioni africane in crescita invidiabile; la crescente penetrazione della Cina; la crescente destrutturazione istituzionale di vaaste aree del continente.

Dopo l’edizione di ieri, “diretta” da Bob Gheldof (un numero quasi interamente dedicato all’Africa), LA STAMPA  continua a occuparsi di G8. Un logo con l’impronta di una mano identifica tutti gli articoli sul continente africano e sul G8. In prima un articolo del corrispondente dagli Usa Molinari parla dell’agenda globale di Obama e di cinque fronti sui quali il presidente Usa vorrebbe avanzare: lotta alla proliferazione delle armi non convenzionali, difesa del clima, nuove regole della finanza, commercio internazionale e sicurezza alimentare. Quello del G8 sarà «il più vasto parterre internazionale con il quale il capo della Casa Bianca si è finora confrontato»: 29 stati che rappresentano il 90% del Pil del pianeta. Tre le interviste. “Scommettiamo sull’Africa” è il titolo di un’intervista alla presidente di Confindustria, Emma Mercegaglia. Secondo la quale l’Europa ha un ruolo importante da giocare «per evitare che quella che si presenta come opportunità di crescita globale si risolva nel solo sfruttamento delle loro materie prime», visto che «i cinesi spesso trasferiscono le tecnologie ambientali più vecchie e inquinanti di cui si vogliono disfare, non formano manodopera locale e portano la loro». “Bersani: «E anche sul clima il governo non è credibile»”. Il candidato segretario del Pd dice: «Aspetto con ansia la nuova enciclica del Papa. Le sue parole sono un richiamo perché il G8 faccia qualcosa di concreto contro l’impoverimento dell’Africa». Bersani parla del calo dell’aiuto pubblico allo sviluppo (dallo 0,22% del Pil allo 0,14) e di un «arretramento micidiale» sul clima: «io avevo lanciato la “green economy” con i bandi di “Industria 2015”, i crediti di imposta per la ricerca e gli sgravi per lo sviluppo del fotovoltaico. Nella migliore delle ipotesi le procedure sono state rese più complicate nella peggiore i soldi sono stati dirottati altrove a sostenere spesa improduttiva». La terza intervista (“I tagli agli aiuti un boomerang per l’occidente”) è al cardinale Renato Martino, che più di tutti ha collaborato alla stesura dell’Enciclica del Papa. Di fronte a questa crisi c’è bisogno di una svolta, dice: «O si comincia a ragionare in termini di parti di un unico sistema e si rema tutti nella stessa direzione oppure la difesa egoistica degli interessi nazionali si rivelerà un “boomerang” devastante sul piano sociale ed economico. Bisogna cambiare la mentalità che regge le attività finanziarie, tutta giocata sull’autoreferenzialità e i brevissimi termini, collocandola nella prospettiva del bene comune». In questo senso il sostegno ai Paesi poveri si rivela strategico.


IL GIORNALE apre con un’intervista del direttore Mario Giordano a Berlusconi: “«Ecco cosa farò con i Grandi della Terra»” . Qualcuno avanza dubbi sulla sicurezza (tema a cui il quotidiano dedica la pagina 2: “Una «task force» invisibile proteggerà i Grandi della Terra”), ma il premier «appare sereno come non mai. “Certi attacchi non mi fanno nemmeno il solletico…”». Gli obiettivi su cui puntare? Il più importante: «ristabilire la fiducia». Ma «c’è un secondo messaggio importante che deve uscire dal vertice, un messaggio che si può riassumere in uno slogan: people first. All’osservazione di Giordano che dice: «bisognerebbe metterci più soldi però», il premier ammette: «Siamo un po’ indietro, è vero. Ma non è colpa mia. Abbiamo ereditato un bilancio disastroso dal governo delle sinistre. Ora cercheremo di fare un piano e riallinearci». Poi, sollecitato sulle grandi crisi internazionali che saranno sul tavolo del G8, Berlusconi accenna alla Corea, alla pirateria e naturalmente all’Iran. Rispetto al quale però dice: «Credo alla fine si preferirà insistere sulla strada del dialogo», anziché ricorrere alle sanzioni. Un piccolo box a corredo riguarda l’arrivo di una nuova tornata di foto: «Prevedibile, quasi annunciato. In corrispondenza dell’avvio del G8, secondo il Sunday Times, starebbe per arrivare nuovo fango su Silvio Berlusconi. Il quale ribatte: «Morbosa campagna della stampa estera». Per Palazzo Chigi il materiale «sarebbe liberamente pubblicabile («nessuna immagine scattata a Villa Certosa può avere alcunché di imbarazzante per il presidente») se non violasse gravemente la privacy di soggetti ritratti a loro insaputa». Foto corredate da note di cui non si citano né nomi né fonti. «La scorsa settimana, la stampa estera, aveva copiate alcune frasi dell’Espresso riportandole come proprie e attribuendole a fonti anonime». Operazione che secondo palazzo Chigi sarebbe stata ripetuta questa volta.



Inoltre sui giornali di oggi:


SICUREZZA & BADANTI
IL GIORNALE – “«Sanatoria per le colf, io sfido tutti»”. In un’intervista, Giovanardi lancia la proposta: «L’esercito delle 500mila badanti va salvato dal reato di clandestinità o sarà allarme sociale»; « Sono leale e ho votato il pacchetto sicurezza, ma questo non è il governo della Lega». Che ovviamente è contraria. Secondo il sottosegretario «è il momento buono per regolarizzare queste persone con un provvedimento urgente, come quello che il governo Berlusconi fece nel 2002» prima che il pacchetto sicurezza entri in vigore. «Questa non è una sanatoria», tiene a precisare Giovanardi. «La verità è che già oggi le colf possono essere espulse con la legge Bossi-Fini. Ma nessuno lo fa perché non si possono espellere centinaia di migliaia di persone. E perché poi alle famiglie chi glielo racconta?». Insomma, le misure più severe varate dal governo dovrebbero funzionare «contro chi spaccia, ruba, vive di espedienti e rappresenta un allarme sociale», non contro queste persone che sono invece indispensabili all’Italia. Questo, almeno, l’intendimento del sottosegretario. Ma i contratti costano, e non è detto che le famiglie riescano a regolarizzare le straniere che lavorano per loro: «bisognerà concordare con gli enti locali una politica sociale più vasta, che preveda aiuti, anche per evitare che le famiglie mandino gli anziani nelle case di cura, che hanno un costo maggior per lo Stato». Parlando di respingimenti: «sono un atto cattolico», non farli «sarebbe un’offesa verso chi per entrare ha fatto la trafila giusta».


LA REPUBBLICA – “«Regolarizzare colf e badanti» ma nel governo è scontro”: questa la sintesi delle reazioni alla proposta che Giovanardi poteva pur fare prima dell’approvazione del pacchetto sicurezza che mette fuori legge badanti e famiglie. Facile critica da parte delle opposizioni: «Ma dov’era Giovanardi quando per un anno in Parlamento si è discusso di questi argomenti» chiede Livia Turco, Pd. In realtà a parte la Lega pare ci sia un accordo all’interno della maggioranza per trovare una soluzione. Bisogna solo trovarla.


CORRIERE DELLA SERA
– “Scontro Giovanardi – Lega sulle badanti dopo il varo del decreto sicurezza”. Al sottosegretario azzurro, risponde Calderoli: «Quella che propone Giovanardi è una sanatoria e noi le sanatorie  non le possiamo fare: ce lo vieta l’Unione europea, un patto siglato nell’ottobre 2008». E ancora: ci sono 500mila badanti irregolari…«Ma chi lo certifica che sono così tante? Giovanardi? O la Caritas? O Sant’Egidio? E dobbiamo crederci?» No? «E che ne so. Mi sembrano tutti numeri teorici, astratti».  


ITALIA OGGI -Marino Longoni sottolinea l’attenzione di questo governo per il tema: «in due anni di legislatura quello approvato nei giorni scorsi dal Parlamento è già il secondo pacchetto in materia di sicurezza»; «evidentemente il bisogno di sicurezza è sempre più diffuso e non fa riferimento unicamente alla paura nei confronti dello straniero». Longoni ricorda che le due manovre sono state punitive anche nei confronti degli italiani (si pensi alle biciclette o ai writers), insomma «dopo tanti anni all’insegna del buonismo, del politicamente corretto, del laissez-faire, il vento ha cambiato direzione». Anche se «non sarebbe male se il legislatore imponesse a se stesso lo stesso rigore che sempre più spesso esige dalla società». Il rischio sarebbe di «far apparire demagogico l’intero pacchetto che invece, per l’80% dei contenuti risponde ad esigenze reali della collettività».



VIAREGGIO
LA REPUBBLICA – Due pagine per raccontare un filone d’inchiesta particolarmente inquietante: le rottamazioni fasulle  e il mercato nero dei ricambi. Un’indagine della Guardia di Finanza che va avanti da tre anni. Vagoni che spariscono. Carrette vendute al mercato nero. Manutenzioni affidate senza gara. Insomma un mercato completamente irregolare parallelo e che si alimenta di scelta confuse e molto probabilmente collusive.



5 PER MILLE
SOLE24ORE – Il SOLE raccoglie, a pagina 10, l’allarme delle onlus per la mancata corresponsione del 5 per mille 2007 (vedi VITA della scorsa settimana – magari un link?) e riporta anche l’appello del Forum del terzo settore a Tremonti. «Da mesi non si hanno più notizie del 5 per mille», scrive Elio Silva, «e la situazione si va facendo ogni giorno più difficile». Interpellati oltre a Olivero anche Telethon e Airc. In un pezzo di taglio medio, Carlo Mazzini ripercorre le tappe della misura fiscale, mentre un box informa dello stallo in cui si trova il ddl di stabilizzazione, fermo al Senato.



SOCIALE
SOLE24ORE – L’apertura della pagina Volontariato di Affari Privati è dedicata alla ricerca del Cnca sul lavoro sociale, da cui emerge che anche questo settore «fa i conti con la crisi», perché «crescono gli standard di qualità e il livello di professionalità richiesti ma le retribuzioni non aumentano di conseguenza». Per il resto, si scopre che il 65% dei lavoratori del terzo settore e del welfare è donna, il 50% ha il part time, il 45% è under35 e il 39% ha un contratto a tempo o di tipo precario. Per l’esame di bilancio c’è Save the children, che aumentai ricavi (+32%) ma si mantiene sotto il benchmark quanto a utilizzo delle risorse: solo il 67% va all’attività istituzionale (benchmark a 70%) mentre il resto se ne va in marketing e promozione e gestione.


PMI
ITALIA OGGI – “Pmi, aumentano le insolvenze”, un articolo di Gabriele Frontoni, in cui, lette le stime e i dati di Euler Hermes, colosso internazionale delle assicurazioni sui crediti commerciali, che ha raccolto scandagliando il panorama imprenditoriale italiano, si commenta una previsione al quanto pessimistica. «Undicimila  cinquecento imprese insolventi nel 2009 che diventeranno 13200 nel 2010». Se poi si prende in esame l’anno in corso «le previsioni parlano di un aumento del numero di insolvenze del 31% rispetto al 2008» a sua volta il 45% in più rispetto al 2007.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA