Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

I bulli pugliesi a lezione di volontariato

Sottoscritto un accordo con Regione e Csv

di Francesco Dente

Come utilizza il tempo uno studente sospeso dalla scuola? Come passa i giorni di assenza forzata dai banchi? Chi incontra? Sono questi gli interrogativi da cui muove «Il volontariato per la legalità e la cittadinanza solidale nelle scuole di Puglia», il progetto promosso dall’assessorato regionale alla Solidarietà, dall’Ufficio scolastico e dal coordinamento dei centri di servizio (Csv Puglia net).
L’iniziativa, in sintesi, propone la sperimentazione di “misure alternative” alle sanzioni disciplinari inflitte ai bulli. Misure che la Regione guidata da Nichi Vendola ha individuato nelle attività di volontariato. Gli studenti che saranno puniti con la sospensione potranno rifarsi impegnandosi presso le associazioni del terzo settore. L’accordo prevede, a tal proposito, una vera e propria tabella di equiparazione fra le sanzioni e la partecipazione alla vita delle compagini del non profit. La durata delle attività sociali sarà di un mese nel caso di un giorno di sospensione, di due mesi per tre giorni di allontanamento dalla scuola e di sei mesi per 15 giorni di punizione. Fra funzione retributiva, preventiva e risocializzante della pena (sia pure scolastica), la Puglia ha scommesso dunque sulla finalità educativa. Una scelta che ha riflessi non solo sul piano individuale, la crescita emotiva degli studenti cioè, ma sociali. Si presenta, infatti, come una misura di welfare locale. I provvedimenti disciplinari tradizionali – questa la tesi di fondo ispiratrice del progetto – producono infatti abbandono precoce della scuola, scarso rendimento scolastico, accentuazione delle difficoltà di apprendimento, microdelinquenza. Affidare i bulli alle cure dei volontari, insomma, significa anche sottrarli alle grinfie del crimine ed evitare che trascorrano i giorni di sospensione bighellonando fra periferie abbandonate e sale giochi. Saranno coinvolti, previo consenso dei genitori, gli alunni dai 14 ai 18 anni di cinque istituti di scuola secondaria superiore per provincia.
Nella prima fase sarà creato l’elenco provinciale delle associazioni di volontariato. Dopo il bando, i Csv selezioneranno, d’accordo con gli Uffici scolastici provinciali, le organizzazioni in cui si svolgeranno i progetti. In seguito saranno individuate le cinque scuole. Lo studente sarà preso in carico, dopo l’invio di un rapporto sul caso da parte del consiglio di classe, dall’Unità tecnica di valutazione provinciale composta da un pedagogista, un insegnante in pensione o un funzionario scolastico, un docente del consiglio che ha sanzionato l’alunno, un rappresentante del coordinamento dei Csv. L’Unità individuerà l’intervento commisurato alla sanzione e proporrà un ventaglio di associazioni. Ci sarà poi l’incontro fra l’organizzazione e l’alunno. Insieme con il “sospeso” sarà scelta la linea di intervento più adeguata e sottoscritto, sia dal ragazzo/a che dalla famiglia, un patto etico di impegno a intraprendere un’attività sociale in alternativa alla sanzione. L’ente non profit si impegnerà a prelevare il “bullo” da casa e ad accompagnarlo per tutto il periodo del progetto. Le attività si svolgeranno solo nel pomeriggio e lo studente, inoltre, dovrà appuntare su un diario personale di bordo l’esperienza.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA