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Famiglia & Minori

Sempre più bambini fuori dalla famiglia

Un bilancio ragionato a otto anni dalla legge 149

di Benedetta Verrini

Rivoluzionaria, ma incastrata in una “cornice debole”. È questo il destino della legge 149 del 2001, la norma che ha riformato la legislazione su affido e adozione con lo scopo di realizzare finalmente il “diritto del bambino a una famiglia”. Un diritto ancora irrealizzato per 32.400 minori italiani.
È pieno di luci e ombre il nuovo monitoraggio sui minori fuori dalla famiglia che il Centro nazionale di documentazione e analisi sullìinfanzia e l’adolescenza ha condensato nel Quaderno n. 48, presentato alla Conferenza nazionale di Napoli. Una pubblicazione interamente dedicata a valutare, attraverso dati e interviste qualitative, il livello di realizzazione della legge-portante del settore, la 149.
La sintesi offerta dal curatore del Quaderno, il professor Valerio Belotti, è molto chiara: «A volte si conquista un’eredità o parte di essa perché si diventa orfani», scrive. «E questo è sicuramente il caso della 149. Nata l’indomani sia di una legge significativa che voleva fondare il sistema integrato dei servizi, sia di una riforma costituzionale che di fatto limitava in modo sostanziale la portata di questo cambiamento fortemente atteso, la 149 è rimasta senza porto».
I problemi che la gravano sono noti: l’esigibilità dei diritti dei bambini e delle loro famiglie è oggi subordinata alle disponibilità economiche dei Comuni; i livelli essenziali delle prestazioni in campo sociale non sono stati codificati; la banca dati dei minori adottabili non ha ancora preso il via; il Piano Infanzia, atteso dal 2004, non ha ancora visto la luce. «In questo quadro di profonda incertezza e di mancanza di un’unica cornice di riferimento sono proliferate le cornici a livello regionale», analizza Belotti. «Il risultato è un panorama regionale molto differenziato e disomogeneo nella quantità degli aspetti normati, ma anche nella qualità».
E poi ci sono le cifre, che stanno a descrivere un quadro complesso, a volte inatteso: «In questo decennio i bambini lontani dai loro genitori e inseriti in affido o collocati in comunità residenziali sono cresciuti in modo rilevante», scrive il curatore, «passando dai circa 25mila bambini e ragazzi di fine anni 90 ai circa 32mila di fine 2007. Un incremento degli accolti di circa il 28%».
Per la prima volta in assoluto, però, la misura dell’affidamento familiare supera la residenzialità: il numero degli affidi è passato da 10.200 (anno 1999) a 16.800, registrando un +64%. L’accoglienza in comunità, d’altra parte, invece di assottigliarsi ha mantenuto la posizione: da 14.945 minori ospitati nel 1998 a 15.600 oggi. I posti lasciati liberi per l’affido sono stati colmati dall’ondata di stranieri non accompagnati.
La misura dell’affido, d’altra parte, non ha centrato l’obiettivo della brevità (il 57% degli affidi in atto ha già superato i due anni di termine posto dalla legge) e la comunità resta la soluzione preferita nelle regioni del Sud.


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