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Famiglia & Minori

Ecco le linee guida Onu per l’accoglienza

Nella stesura coinvolte anche le ong con Sos Villaggi dei Bambini come capofila

di Antonietta Nembri

Cinque anni di lavoro, un gruppo di ong all’opera, ma anche una commissione intergovernativa e il risultato sono le Linee guida in materia di accoglienza etero famigliare che l’Onu ha approvato, all’unanimità, nella seduta del 18 dicembre. Nell’anno del XX anniversario della Convenzione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza si va finalmente a dare delle indicazioni per tutti quei bambini e minori che per diversi motivi sono costretti a vivere fuori dalla famiglia d’origine sia perché allontanati da provvedimenti delle autorità sia, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, per conflitti armati o altre emergenze.

A guidare il gruppo di lavoro delle ong Sos Villaggi dei Bambini Internazionale, mentre il gruppo intergovernativo è stato guidato dal Brasile. Negli ultimi cinque anni, infatti, Sos Villaggi dei Bambini Internazionale è stato a capo dello sviluppo di una serie di standard per l’accoglienza di bambini senza cure genitoriali o a rischio di perderle: uno strumento per assicurare la piena attuazione dei diritti contenuti nella Convenzione dei Diritti dell’Infanzia con particolare riguardo ai bambini che vivono in situazioni famigliari critiche. Ora con la risoluzione del 18 dicembre le Linee Guida diventano formalmente delle Indicazioni Onu a tutti gli Stati membri in materia di accoglienza etero famigliare. «Sono le cosiddette soft law, non sono vincolanti però sono dei testi ufficiali. Per noi sono un primo step per arrivare in un futuro a una risoluzione. Ora il Segretario generale deve far arrivare le linee guida a tutti i paesi membri dell’Onu. È vero che non sono un vincolo, ma possono essere utilizzate come elemento di riferimento nell’accoglienza dei minori» spiega Samantha Tedesco, la referente di Sos Villaggi dei bambini Italia che ha seguito i lavori preparatori.

La Convenzione non prevede una sufficiente regolamentazione nell’affidamento etero famigliare di breve, medio o lungo periodo e proprio per questo nel 2004, la Commissione Onu per i Diritti dell’Infanzia ha richiesto la costituzione di un gruppo di lavoro con l’obiettivo di produrre una serie di orientamenti a supporto. Rimaneva un pressante bisogno di implementare la convenzione anche nei confronti di milioni di bambini in tutto il mondo che vengono spesso privati del diritto di ricevere adeguate cure famigliari e che quindi risultano maggiormente a rischio di essere soggetti a discriminazione da parte della società e di non accedere a istruzione e cure sanitarie. Le Linee Guida Onu, frutto di un importante e incessante lavoro di equipe, si fondano su due importanti principi: necessità e appropriatezza.

Secondo il primo principio la necessità ogni decisione di allontanare un bambino dalla famiglia di origine dovrebbe essere l’ultima soluzione e, di conseguenza, tutti gli sforzi devono essere fatti per rafforzare le famiglie vulnerabili con l’obiettivo che il bambino rimanga al loro interno. Solo nel caso questo non fosse possibile si deve valutare il ricorso all’allontanamento.

In base al principio dell’appropriatezza, nel momento in cui è necessario optare per un progetto di accoglienza, è di fondamentale importanza tenere conto e ascoltare i particolari e peculiari bisogni del bambino in modo da valutare il percorso più appropriato per lui, che si tratti di accoglienza di breve, medio o lungo termine. «Le Linee Guida nate per assicurare le adeguate risposte alla sempre più delicate e complicate situazione dei bambini che hanno perso o sono a rischio di perdere le cure famigliari. L’adozione e implementazione delle Linee Guida assicurerà che i bambini vengano ascoltati e ricevano la giusta attenzione per ogni particolare esigenza e bisogno. Inoltre ci aiuteranno a promuovere i loro diritti e a migliorare i nostri servizi di accoglienza e rafforzamento famigliare» afferma Richard Pichler, segretario generale di Sos Villaggi dei Bambini Internazionale.

Le Linee guida sono composte da 166 articoli «Sono stati scritti in modo tale da divenire un testo approvabile dalle Nazioni Unite. Come Sos e International Social Services abbiamo anche preparato un testo ufficiale con degli inserti esplicativi nei punti chiave (in allegato in lingua inglese)», continua Samantha Tedesco che sottolinea come questo importantissimo documento dell’Onu fa seguito al progetto europeo Qualiti4Children, realizzato sempre da Sos Villaggi dei Bambini, Icfo e Fice per sviluppare degli standard di qualità nel campo dell’accoglienza etero famigliare partendo dall’esperienza diretta dei soggetti coinvolti: 18 nuovi standard che oggi sono uno strumento di lavoro a livello europeo. «È fondamentale che il collocamento di un bambino debba essere appropriato e soprattutto va tenuto conto dell’opinione del minore. E ciò è previsto nelle linee guida che vanno applicate sempre anche in situazioni di emergenza come nei casi di minori rifugiati in campi profughi: pure in questo caso bisogna tenere presente se ci sono fratelli che non vanno separati, se ci sono altri parenti e da parte delle autorità occorre sempre valutando le opzioni possibili tenere conto del punto di vista del o dei minori».

Le indicazioni accolte dall’Onu, insomma, rispecchiano ciò che Sos Villaggi dei Bambini sta già promuovendo in ogni sua attività. «Focus dell’attività dell’associazione nel mondo è, infatti, il rafforzamento delle famiglie per evitare la separazione dei bambini dai loro genitori e, quando necessario, l’offerta di accoglienza di tipo famigliare grazie alla competenza maturata in oltre 60 anni di esperienza. L’adozione delle Linee Guida da parte dell’Assemblea Generale Onu conferisce alle stesse un peso capace di rafforzare il ruolo di organizzazioni come Sos Villaggi dei Bambini che lavorano per e con i bambini, al fine di assicurare che i loro diritti vengano rispettati e le loro esigenze vengano ascoltate» osservano dall’associazione italiana. E considerando che queste linee guida riguardano tutti i Paesi, Italia compresa, guardando al nostro paese che cosa mancherebbe per essere completamente in linea? «In Italia molto è stato fatto, ma non ci sono ancora alcuni passaggi» risponde Samantha Tedesco che spiega: «Manca a livello nazionale un’anagrafe ragionata e costantemente aggiornata per numero ed età dei minori fuori dalla propria famiglia perché collocati in strutture residenziali o in affido familiare» conclude.


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