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Fondo affitti, Stato e Regioni giocano a nascondino

A dieci anni dalla nascita, il meccanismo della premialità non decolla. Così a rimetterci saranno 18 milioni di famiglie locatarie del Sud d'Italia

di Francesco Dente

La lezione è servita, almeno in questo caso. Il Piemonte quest’anno incasserà una somma undici volte quella ottenuta l’anno scorso: un milione e mezzo di euro contro i 136mila di dodici mesi fa. Soldi che la Regione girerà ai Comuni e questi, tramite bando, ai cittadini che non ce la fanno a pagare la pigione di casa. È la premialità, riferita al 2009, del Fondo nazionale per il sostegno alle locazioni.
Il bonus (pari al 10% del finanziamento complessivo statale erogato) è attribuito in proporzione alle risorse messe a disposizione dalle Regioni. Più dai, insomma, più ricevi. Il Piemonte, che due anni fa (fondo 2008) non aveva stanziato somme aggiuntive, questa volta invece ha stanziato 8,6 milioni di euro. E ora si gode la premialità. Non potranno fare altrettanto Valle d’Aosta, Abruzzo, Molise, Calabria e Sicilia. Le ultime quattro, in particolare, ancora una volta non hanno tirato fuori un euro e dovranno accontentarsi, pertanto, della quota ordinaria assegnata (pari in totale al 90% del fondo nazionale).
A dieci anni dall’introduzione del Fondo locazioni, dunque, il meccanismo della premialità fatica a fare breccia in periferia. L’unica condizione richiesta per attingere al bonus, oltre il cofinanziamento, è la comunicazione al ministero delle Infrastrutture, entro fine marzo di ogni anno, dello stanziamento aggiuntivo sia regionale che comunale (Calabria e Valle d’Aosta a marzo 2009 non avevano ancora approvato il bilancio). Mai come nel caso di quest’ultima annualità del Fondo nazionale sarebbe stato opportuno che le Regioni aprissero i cordoni della borsa.
Il governo, infatti, con il riparto 2009 ha tagliato lo stanziamento nazionale di ben 24,4 milioni rispetto al 2008. Le premialità avrebbero consentito, pertanto, di ottenere quelle risorse in più in grado di compensare, almeno in parte, la riduzione generalizzata del plafond della misura di sostegno. I ritardi e il disinteresse delle Regioni, purtroppo, li pagheranno le famiglie che vivono in affitto: riceveranno un contributo inferiore o non lo vedranno neanche. Specie quelle del Sud. Nelle regioni del Mezzogiorno, secondo gli ultimi dati Istat, i nuclei vivono in affitto sono passati dal 17,1% del 2007 al 17,8 del 2008. Non è l’unico dato negativo. Nel 2009, per la seconda annualità consecutiva, è diminuita la somma complessiva messa a disposizione dalle Regioni (da 115,6 a 112,4 milioni di euro). Per la prima volta, inoltre, scende anche il contributo totale dei Comuni italiani da 41,8 a 36,5 milioni. Regioni e municipi, questo il segnale che arriva, non ce la fanno più a bilanciare con risorse proprie i tagli del welfare nazionale.


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