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Il piano Alemanno? Tutto sbagliato

Amnesty Italia smonta la politica del comune di Roma: «Pensano ancora che siano tutti nomadi»

di Emanuela Citterio

«La differenza fra Roma e Milano è che nel primo caso c’è un piano, ma la sostanza non cambia: sgomberi forzati, consultazione insufficiente, legami sociali tagliati alla radice». Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International è reduce da poco da un incontro con il sindaco della capitale Alemanno, al quale ha presentato il rapporto “La risposta sbagliata: il piano nomadi viola il diritto all’alloggio dei Rom a Roma”. «Abbiamo dato atto a questa amministrazione di aver elaborato, per la prima volta nella sua storia, un piano per i Rom che vivono nella capitale» afferma Noury. «Ma troppi aspetti di questa operazione non ci convincono».

Il Piano Nomadi è il primo programma sviluppato attraverso i poteri previsti dal decreto governativo che nel maggio 2008 ha dichiarato l’emergenza nomadi. «Il fatto stesso di pensare soluzioni abitative nell’ottica dell’emergenza e non del diritto delle persone interessate ha delle conseguenze sul piano pratico» afferma Noury. «I Rom saranno trasferiti in altri campi, alla periferia di Roma, e non in alloggi permanenti nei quali molti di loro vorrebbero vivere. Questa soluzione si basa anche sul pregiudizio che Rom e Sinti siano tutti nomadi, in realtà non è affatto così, molti di loro hanno scelto la sedentarietà da anni».

Un altro problema sta nei numeri: «Secondo il censimento più recente, fatto proprio in vista del piano, i nomadi che abitano la capitale sono 7177. Il Piano Nomadi prevede il trasferimento di 6000 rom in 13 campi definiti “villaggi”. Agli altri non verrà fornito alcun alloggio alternativo. È prevedibile che, forse, alcuni lasceranno Roma. Altri troveranno un rifugio dove potranno, fino a quando non verranno di nuovo sgomberati».

Il Piano Nomadi del Comune di Roma viola il diritto all’alloggio, afferma Amnesty International nel suo rapporto. L’Italia è obbligata, sulla base di diversi trattati internazionali sui diritti umani a non effettuare e a prevenire gli sgomberi forzati. «In questi mesi è una mancata una vera e propria consultazione con le comunità Rom, ovvero con le persone interessate» sottolinea Noury. «Molti Rom temono che i trasferimenti in altri campi non terranno conto dei legami famigliari e delle origini nazionali. Un altro problema sono i legami con l’esterno: molti ragazzi dovranno interrompere il proprio percorso di studi e cambiare contesto».

Secondo Amnesty International, nella sua forma attuale, il Piano nomadi, che secondo il Comune dovrebbe essere pronto per giugno 2010, non dovrebbe essere attuato. «C’è urgente bisogno di un piano adeguato, che nasca da un’effettiva consultazione coi rom interessati e che mostri profondo rispetto per i loro diritti umani» conclude l’organizzazione nel suo rapporto. «Se non sarà articolato su queste basi, non avrà alcuna possibilità di successo».


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