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Gli Usa bocciano la riduzione del danno

Lo sottolinea il Dipartimento antidroga italiano

di Redazione

Nel corso della 53^ sessione della Commission on Narcotics Drugs, l’amministrazione Obama, attraverso la delegazione ufficiale, ha espresso un fermo e formale no alla legalizzazione della marijuana  e di ogni altra sostanza illecita negli Stati Uniti. Così il Dipartimento per le politiche antidroga dà la notizia e la commenta.

«L’America, smentendo e deludendo tutti coloro che sostengono la liberalizzazione delle droghe ed ha dichiarato testualmente: “nel nostro Paese abbiamo constatato significative conseguenze derivanti dall’uso di marijuana. Per fare un esempio, l’uso di questa sostanza è il principale motivo per cui sempre più individui tossicodipendenti ricorrono al trattamento, come rilevato dai centri di accoglienza. Noi, dell’amministrazione Obama, siamo contrari alla legalizzazione della marijuana e di  qualsiasi altra sostanza illecita.

La ricerca e l’esperienza hanno dimostrato che la  legalizzazione  delle droghe ne aumenta l’accettazione e l’uso e quindi anche  tutte  le pericolose conseguenze che esse comportano. Noi inoltre riteniamo che la medicina debba essere  determinata dalla scienza  e non dal voto popolare”. Proprio per questo gli USA hanno attivato  numerosi  progetti di ricerca in linea con i protocolli internazionali.

Al riguardo della cosiddetta riduzione del danno gli Stati Uniti, nonostante,  supportino molti e specifici interventi riguardo al trattamento e alla prevenzione sulle persone tossicodipendenti hanno inoltre dichiarato che: “non dobbiamo usare la frase “riduzione del danno” per descrivere la nostra linea politica, perchè crediamo che questo possa creare una inutile confusione e che troppo spesso è usata male per portare avanti altre politiche e ideologie che invece promuovono l’uso di droga”.

Una doccia fredda quindi per chi in passato aveva fatto credere che le posizioni americane fossero a sostegno della liberalizzazione della marijuana e  della riduzione del danno».

 


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