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Sostenibilità sociale e ambientale

Riciclare invece di estrarre. La nuova vita dell’edilizia

Numeri alla mano, il Rapporto Cave 2011 di Legambiente dimostra che è più conveniente

di Redazione

L’attivita’ estrattiva puo’ diventare, come negli altri Paesi europei, un settore di punta della green economy che puo’ fare a meno di cave puntando sul recupero degli inerti provenienti dall’edilizia.

E’ quanto evidenzia il Rapporto Cave 2011 di Legambiente, presentato oggi, secondo il quale in pochi anni e’ possibile raggiungere ”risultati rilevantissimi” attraverso l’obbligo di utilizzare materiali provenienti dal riciclo degli inerti edili da utilizzare al posto di quelli provenienti da cava per infrastrutture e costruzioni, visto che oggi hanno prestazioni assolutamente identiche.

Basti dire – rileva il Rapporto – che mentre da noi siamo ancora al 10% dimateriali riciclati provenienti dall’edilizia, in Germania si arriva all’86,3% (erano al 17 nel 1999), in Olanda al 90%, in Belgio all’87% e la Francia in 10 anni e’ passata dal 15% al 62,3%.

Spiega Edoardo Zanchini di Legambiente: ”Copiando semplicemente dall’Inghilterra si potrebbero recuperare, ogni anno, quasi 300 milioni di euro da un’attivita’ che ha un impatto enorme sul paesaggio italiano”. In Danimarca dove da oltre 20 anni ci si e’ posti il problema di come ridurre le estrazioni da cava e promuovere il recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione, si arriva a far pagare 50 euro a tonnellata per il conferimento in discarica degli inerti, ossia 5 volte quanto si paga in media in Italia. Un meccanismo questo, che ha funzionato visto che oggi si fa ricorso per il 90% ad inerti riciclati invece che di cava.

Nel gia’ citato Regno Unito il canone di concessione e’ piu’ di 6 volte quello richiesto in media in Italia”. E’ necessario, dunque, ”adeguare, in tutte le Regioni, il canone al prezzo medio che si paga oggi nel Regno Unito per l’attivita’ di cava, ossia il 20%. In questo modo, solo considerando sabbia e ghiaia, si potrebbero ottenere risorse pari a quasi 268milioni di euro, rispetto agli attuali 36. In Lombardia si passerebbe da 7milioni di Euro a 48, nel Lazio da 4,7 a 47, in Piemonte da 5 a 33, mentre in Puglia si avrebbero nuove entrate per 22milioni di Euro, in Sardegna per quasi 17milioni”.


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