Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Welfare & Lavoro

Graffiti Music, il rave party che ha conquistato anche il Papa

Nell'alto Lazio

di Redazione

L’effetto è senza dubbio di impatto. Mille ragazzi sul palco, che cantano «We don’t need no education / We don’t need no thought control». Il celebre brano dei Pynk Floyd – da più di trent’anni inno della rabbia, della protesta e della forza rivoluzionaria dei giovani – è il punto di partenza di Graffiti Music, uno show inventato dall’associazione Juppiter. Il suo presidente Salvatore Regoli faceva il capo orchestra a “Domenica In”: poi don Antonio Mazzi, ospite fisso della trasmissione in quel lontano 1994, se lo portò via. La musica è al centro di tutte le attività di Juppiter, che nell’alto Lazio, tra Viterbo, Rieti e Frosinone, coinvolgono stabilmente 3mila ragazzi l’anno. Ma Graffiti è qualcosa di più: un fenomeno. «Non c’è nulla di più inutile che tenere i ragazzi sotto un palco e spiegargli quanto fa male lo sballo», dice convinto Regoli. «Dobbiamo invece far provare ai ragazzi uno sballo che sia altrettanto forte, altrettanto figo di quello che provano con alcol e droghe. C’è chi mette i cerotti fuori dalle discoteche, noi abbiamo tentato un’altra strada: proporre una maniera diversa di sballarsi. Stare sul palco, essere protagonisti di un evento capace di radunare anche 50mila spettatori, come è accaduto a Napoli, lo è».
Graffiti ha già girato mezza Italia, ma la sua non è una tournée: piuttosto è uno show itinerante, nel senso che Regoli e il suo team in ogni città ricominciano daccapo, coinvolgendo i giovani tra i 13 e i 22 anni, attraverso le reti delle scuole e degli oratori. Ogni volta, la sorpresa dei numeri: aderiscono al progetto tra i 500 e i mille ragazzi. Si lavora insieme per mesi e mesi, fino a quando (sempre insieme ai ragazzi, anche questa manovalanza fa sentire grandi) si monta il service e si accendono le luci del palco. E «il contagio positivo di chi viene ad assistere allo show e vede dei giovani coetanei che dal palco dimostrano l’emozione forte dello stare bene, è esponenziale». Tra i “contagiati”, c’è persino il Papa: nel maggio 2009, quando Benedetto XVI andò in visita pastorale a Cassino, è toccato proprio a un Graffiti Music animare la veglia degli 8mila giovani.
Dall’intuizione originaria negli anni sono nate tante altre esperienze. Juppiter, per esempio, è la gamba musicale delle Carovane di Exodus, e i suoi ragazzi ne accompagnano con concerti le tappe: quella del 2011, dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia, a inizio giugno ha riunito a Roma mille ex tossicodipendenti partiti da Trieste e da Marsala. Ma l’ultima frontiera è l’instant musical. La scena potrebbe anche somigliare a un rave party, ma ogni tipo di eccesso qui è off limits: centinaia di ragazzi accampati in un grande prato, che per 48 ore fanno musica, fino a creare un piccolo show. L’edizione 2011 è stata il 15/16 luglio davanti al Santuario di Santa Maria in Vescovio, in provincia di Rieti: «Non possiamo rubare la notte ai giovani, è il loro tempo, è uno spazio fondamentale per la loro espansione», dice Salvatore. «E nemmeno possiamo slavare le proposte, eliminare l’elemento del rischio. Ma dopo esperienze del genere, i ragazzi si trasformano in leoni».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA