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Il mondo visto da Confindustria e non profit

La vicepresidente Mariella Enoc, donna e imprenditrice sensibile

di Redazione

Ha la voce e l’aspetto di una tranquilla e gentile signora d’altri tempi, ma mai come nel caso di Mariella Enoc l’apparenza inganna. Per rendersene conto basta scorrere il suo blasonato curriculum.
Novarese, classe 1944, imprenditrice, si è sempre occupata dell’amministrazione e della gestione di strutture sanitarie. Oltre ad essere vicepresidente della Fondazione Cariplo, ricopre anche la carica di Presidente di Confindustria Piemonte e dell’Associazione Industriali di Novara. È inoltre presidente della casa di cura “I Cedri” di Fara Novarese e procuratore speciale dell’ospedale “Cottolengo” di Torino, consigliere di amministrazione della Fondazione “Housing Sociale” e della Fondazione “Filarete” di Milano, oltre che componente del Comitato di indirizzo del Ceip, della Fondazione Edison e della Fondazione Cini.
Un bel carico di esperienze e di impegni?
Sì, alla mia età potrei starmene a casa e dedicarmi alla cura dei miei pensieri, però sento di dover dare ancora qualcosa, di dover rimettere in circolo quanto mi è stato dato dalla vita. Vengo da un ambito di esperienze nel mondo cattolico, quindi sono da sempre sensibile al mondo del non profit e all’attività sociale. In questo momento svolgo anche il compito, che potrebbe apparentemente sembrare in contraddizione con l’attività di Fondazione Cariplo, di Presidente di Confindustria Piemonte. Invece questo mi sta aiutando nel comprendere le nuove sfide dell’impresa sociale.
Ma si può ancora guardare con fiducia al futuro in un momento di crisi economica così grave?
Sono credente, cristiana e quindi anche un’inguaribile ottimista. Credo che si possa ancora fare molto. E non a parole, ma dando precisi segnali. Proprio in questo momento storico le fondazioni possono e sono chiamate ad aiutare i progetti sociali e non con un’azione di supplenza, ma in una logica di sussidiarietà. Oggi il mondo del non profit deve essere capace di scegliere dove vuole andare e personalmente sono convinta che le energie devono essere messe in comune, in rete. Stiamo realizzando importanti iniziative che segneranno il futuro della nostra società: dall’housing sociale, alla ricerca di frontiera, quella che nessuno vuol finanziare; stiamo sperimentando modelli nuovi per l’autosufficienza dei disabili, che restano soli quando i genitori muoiono; abbiamo avviato una ricognizione e iniziative sui temi che riguardano gli anziani, vero tallone d’achille del welfare di domani. Sfide che mi appassionano.
Il fatto di essere una donna può essere considerato un valore aggiunto?
Indubbiamente la sensibilità femminile è importante, in Fondazione Cariplo possiamo contare su una nutrita rappresentanza rosa anche nello staff.. Quello di cui sono sempre stata convinta, piuttosto, è che occorre rifarsi al senso di responsabilità che le donne possono contribuire a restituire al nostro Paese. Un valore da tornare a condividere, con padri, madri, insegnanti, lavoratori?Il nostro Paese è lo specchio di quel che ciascuno di noi fa nel piccolo.


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