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Cooperazione & Relazioni internazionali

Greenpeace: gli accordi volontari non bastano

La Carnival, proprietaria di CostaCrociere, ha all'attivo 225 incidenti, di cui 38 della flotta Costa

di Redazione

Greenpeace si dice «sbigottita dall’atteggiamento del governo che dopo aver promesso, a seguito di un incidente che “non doveva capitare”, regole immediate sulle rotte di navigazione, chiede adesso accordi volontari a Confitarma e all’associazione europea delle imprese che gestiscono le navi da crociera. Rivolgendosi proprio ai responsabili di incidenti come quello del Costa Concordia».

Scrive l’associazione ambientalista: «Basta una rapida analisi del database del Lloyd’s Register per verificare che l’impresa USA proprietaria del marchio Costa Crociere – la Carnival corporation & plc – ha all’attivo 225 incidenti, di cui 38 a carico di navi della flotta Costa. Se in questi anni le compagnie avessero voluto impegnarsi “volontariamente” in misure serie di prevenzione, avrebbero avuto tutto il tempo necessario per farlo.

Su questo punto il governo italiano ha oltre dieci anni di ritardo. La legge 51 del 2001 (art. 5, comma 2) dà la possibilità di regolamentare il traffico pericoloso con un decreto del Ministro delle Infrastrutture di concerto con il Ministro dell’Ambiente. Sempre nel 2001 l’Italia ratificava l’Accordo con Francia e Monaco sul Santuario dei Cetacei – nelle cui acque si trova l’Isola del Giglio – che da oltre dieci anni attende misure di tutela per fronteggiare numerose minacce, più volte evidenziate da Greenpeace».

“Limitarsi a parlare di accordi vincolanti con decine di morti e l’incubo di un disastro ambientale è semplicemente offensivo. – afferma Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace – Vogliamo regole certe per proteggere il mare e dare sicurezza a tutti, non solo a chi fa le crociere”.

Greenpeace « ha preso nota dell’impegno del Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che si è già espresso per una regolamentazione severa, promettendo una settimana fa un decreto che regolamentasse le rotte più pericolose. Poiché il tempo passa e non succede niente, Greenpeace ricorda al Ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera, la sua precisa responsabilità nel garantire una risposta rapida ed efficace per la sicurezza in mare».


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