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Sette mesi per la rimozione della nave

Lo ha puntualizzato il commissario delegato per l'emergenza della "Concordia", prefetto Franco Gabrielli, in un'audizione presso la commissione Lavori Pubblici del Senato.

di Carmen Morrone

I sette-dieci mesi ipotizzati per la rimozione della nave Concordia sono una «previsione ottimistica», verosimile solo nel caso non sopravvenissero impedimenti o inconvenienti di varia natura. Ha sottolineato Franco Gabrielli.

Il prefetto Gabrielli, nella sua relazione introduttiva, ha precisato che l’incidente dell’Isola del Giglio, rappresenta un “caso unico. Mai prima si era verificato un evento simile e, nella letteratura specializzata, non si può dire che esistano casi analoghi, sia per le dimensioni della nave, sia per le modalità di rimozione del relitto. I 20-30 giorni, oppure i tre mesi di cui si è letto sui giornali per il completamento dell’operazione, sono fuori luogo e del tutto infondate”.

La società armatrice, ha continuato il prefetto, «resta un nostro interlocutore. La Costa ha trasmesso a dieci società di livello mondiale, di elevatissima specializzazione, società che si occupano di queste problematiche, un capitolato tecnico per progettare la rimozione».

Gabrielli ha ricordato che le imprese interpellate avranno ora 20 giorni per fornire una risposta tecnica.

Il 31 marzo la Costa, insieme a un comitato tecnico di cui fanno parte la Fincantieri, i tecnici del Registro navale e un pool di professori universitari, deciderà a chi affidare la complessa impresa del recupero.

il periodo di sette-dieci mesi è un periodo da «prendere comunque con le molle data l’enorme complessità della situazione, legata sempre, tra l’altro, alle condizioni meteo-marine», ha aggiunto il prefetto.

«L’incognita è nelle condizioni strutturali della fiancata sommersa. Un aspetto che condizionerà le scelte tecniche della rimozione. Il sezionamento come ci hanno più volte detto i tecnici del settore sarebbe un’operazione molto più facile della rimozione», ha concluso Franco Gabrielli.


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