Lo scorso 10 febbraio il sottosegretario Maria Cecilia Guerra ha incontrato le 64 realtà che compongono il comitato editoriale di Vita. Due fatti avevano “surriscaldato” l’attesa di questo incontro: l’annuncio della chiusura dell’Agenzia del terzo settore e le perplessità del sottosegretario Guerra sul 5 per mille. L’incontro a Vita, ha detto il sottosegretario, «non è un caso: sto dedicando molto tempo a incontri come questo, per ascoltare. Perché sussidiarietà non è lo Stato che si tira indietro per lasciare spazio al privato, senza indicazioni: quello è abbandono delle proprie responsabilità. Sussidiarietà, per me, è stimolare, proporre, criticare, per andare avanti insieme». E qui è arrivata una frecciata al terzo settore e alla sua capacità di organizzare la rappresentanza: «Nelle mie priorità il confronto numero uno è quello istituzionale», ha detto la Guerra, «con le Regioni e con i Comuni: le Regioni sono l’attore primo delle politiche sociali, se non ho dietro le Regioni, non vado da nessuna parte. Dopodiché, il confronto deve anche coinvolgere le parti sociali e il terzo settore, però la mia idea è che io arrivo al confronto con una proposta, altrimenti le proposte spuntano come i funghi. Fare un tavolo con il vostro mondo è difficile perché c’è il problema enorme di organizzare la rappresentanza. Per esempio un confronto con Vita è più produttivo rispetto al fatto che io veda una per una le singole associazioni; voi potete già fare una scrematura delle proposte».