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Welfare & Lavoro

La Camera avvia un’indagine conoscitiva

Deliberata ieri in commissione affari sociali

di Sara De Carli

La Commissione Affari sociali della Camera ha deciso ieri di avviare un’indagine conoscitiva relativa agli aspetti sociali e sanitari della dipendenza dal gioco d’azzardo, che dovrebbe concludersi entro il 31 luglio 2012.

L’indagine, recita la presentazione, «parte dalla considerazione che dal 2002, cioè da quando il gioco d’azzardo in Italia è gestito legalmente da AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato), molti aspetti del contesto sociale ed economico sono mutati».

Si parla di « uno spaventoso ed esponenziale incremento delle offerte di gioco in ogni luogo e con ogni modalità e al corrispondente aumento dei soldi spesi dagli italiani per giocare» e si sottolinea come «la crisi economica mondiale ha portato in Italia maggiore insicurezza e difficoltà economiche a carico delle famiglie, che sempre più faticosamente arrivano alla fine del mese, e dei giovani che faticano a trovare lavoro o, se lo trovano, è nella maggior parte dei casi precario e sottopagato. Il fenomeno del gioco d’azzardo legale in Italia sta assumendo, dunque, dimensioni amplissime, che investono ogni sfera della vita delle famiglie».

La ludopatia

Ancora:  «il fenomeno è estremamente grave, anche in considerazione del dato che la ludopatia non è inserita nell’elenco delle malattie riconosciute dal Servizio sanitario nazionale che, quindi, non prevede neanche una terapia idonea per la cura. È un dato oggettivo poi che il momento di crisi del paese e i tagli alla sanità abbiano visto cadere per primi sotto i colpi della scure proprio i servizi sanitari che in alcuni territori del Paese erano stati aperti per curare le ludopatie. A questo proposito, si stima che in Italia i malati da gioco compulsivo abbiano superato il milione di unità».

Il gioco è «una malattia da cui forse non si guarisce mai completamente, una vera e propria patologia, che però ancor oggi stenta ad essere riconosciuta dallo Stato come tale: infatti, non è inclusa nei Livelli Essenziali di Assistenza e, di conseguenza, non vi è alcuna garanzia per i giocatori compulsivi di poter accedere a strutture sanitarie pubbliche e di essere presi incarico per la cura. Ciononostante, sono molteplici i percorsi di recupero portati avanti sperimentalmente dalle singole regioni e da numerose realtà che operano privatamente nel settore sociale (associazioni, cooperative, centri di accoglienza) anche se ciò crea una situazione molto frammentata e priva di un modello uniforme su tutto il territorio nazionale».

Gli obiettivi dell’indagine

Eccoli:

– avere un quadro chiaro e quanto più possibile esaustivo della problematica;
– acquisire dati obiettivi ed aggiornati per poter fornire al legislatore elementi informativi utili ai fini della predisposizione di iniziative legislative volte ad introdurre una normativa adeguata in materia;
– individuare l’incidenza del gioco sulle varie fasce della popolazione, con riferimento agli aspetti sociali e sanitari del fenomeno;
– individuare gli elementi della patologia della dipendenza da gioco e le sue possibili cure, anche al fine di indirizzare il Governo a valutare la possibilità di inserire nei LEA tale patologia.

Gli esperti

Verranno auditi, ai fini di comporre il quadro della situazione, oltre ai ministeri competenti e agli assessori regionali della salute e delle politiche sociali;le seguenti associaizoni:

SIIPAC (Società italiana per l’intervento sulle patologie compulsive); Gruppo Abele; Associazione Libera; Caritas; CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità d’Accoglienza; Associazione Papa Giovanni XXIII; Codacons; And (Azzardo e nuove dipendenze); Giocatori anonimi; ALEA (Associazione per lo studio dei giochi d’azzardo e dei comportamenti a rischio); CONAGGA (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’azzardo); Federserd – Federazione Italiana Operatori Servizi Dipendenze; AUPI (Associazione unitaria psicologi italiani); AIPCP (Associazione italiana per la psicologia clinica e la psicoterapia).

Saranno auditi anche Ordine nazionale degli psicologi; Fabbricanti e distributori di macchinette; Docenti universitari, ricercatori ed esperti della materia, anche nell’ambito della pubblica amministrazione.


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