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Olivetti e la dignità del lavoro

Appuntamento per il 13 giugno a Torino

di Redazione

Aziende che chiudono e altre che trasferiscono all’estero la produzione, sempre più flessibilità nel mercato del lavoro in uscita, aumento del numero dei lavoratori precari e degli operai in cassa integrazione, carenze nel rispetto delle regole sulla sicurezza. La cultura del lavoro – e con essa la dignità del lavoro – sta attraversando una crisi profonda. È realistico, nel contesto di una recessione internazionale, mettere al centro del sistema economico le persone e le loro capacità? È possibile, in una realtà di economia globalizzata, stimolare la competitività nel rispetto dei diritti dei lavoratori e delle istanze sociali e di giustizia? È fattibile un approccio più umanista, dove la fabbrica non sia profitto e guadagno per pochi, ma coinvolgimento di una comunità verso uno sviluppo effettivamente sostenibile? È possibile applicare alla moderna produzione industriale quell’attenzione alla qualità del lavoro, alla persona e al territorio perseguita più di cinquant’anni fa da Adriano Olivetti?
 
Queste e altre riflessioni e discussioni sullo stato della cultura del lavoro saranno proposte e dibattute nel convegno La Fabbrica ai tempi di Adriano Olivetti e nella tavola rotonda Per una nuova cultura del lavoro, in programma mercoledì 13 giugno al Teatro Vittoria di Torino (via Gramsci, 4).

Parteciperanno il sindaco di Torino Piero Fassino, il saggista Giuseppe Lupo, il caporedattore Tg3 Rai Piemonte Carlo Cerrato, il sociologo Luciano Gallino, l’imprenditore Enrico Loccioni, la presidente della Fondazione Adriano Olivetti Laura Olivetti (figlia di Adriano), gli storici Piero Bevilacqua, Valerio Castronovo e Miguel Gotor, il giornalista Furio Colombo. Il convegno e la tavola rotonda sono organizzati dalla Fondazione Bottari Lattes in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti e con il patrocinio della Città di Torino.
 
«Dedicare una giornata ad Adriano Olivetti e alla sua fabbrica – spiegano gli ideatori del convegno Caterina Bottari Lattes e Paolo Mauri – signifi–ca innanzitutto ribadire che un progetto originale e articolato come il suo è ancora perfettamente attuale, soprattutto se si riflette sulla portata di quel progetto, teso a incidere sul territorio, sui servizi, sull’urbanistica, sulla cultura in generale e sulla tutela materiale e psicologica degli individui coinvolti. Il convegno vuole sottolineare il valore umanistico dell’iniziativa e promuovere la difesa di un patrimonio inalienabile, raggiunto a prez–zo di lotte ormai secolari e oggi da molte parti minacciato: la dignità del lavoro».
 


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