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Il 39% dei condannati è in carcere per droga

Presentato il Terzo libro bianco sugli effetti della Fini-Giovanardi

di Redazione

In occasione della giornata mondiale dell’Onu sull’abuso di sostanze stupefacenti, che si tiene oggi, è stato presentato il Terzo Libro Bianco sui danni collaterali della Legge sulle droghe Fini-Giovanardi. Il libro bianco contiene i dati relativi al 2011 sugli ingressi e sulle presenze in carcere di consumatori di sostanze stupefacenti, sulle misure alternative per i tossicodipendenti, sulle sanzioni amministrative irrogate e sulle operazioni di polizia e i sequestri di sostanze. L’iniziativa è stata promossa da Antigone, CNCA, Forum Droghe e Società della Ragione, con l’adesione di Magistratura Democratica, Unione Camere Penali.

 

L’IMPATTO SUL CARCERE

Su 37.750 detenuti condannati presenti nelle carceri italiane al 27 novembre 2011, ben 14.590 (il 38,65%) ha una condanna per violazione della legge Fini Giovanardi. Gli ingressi in carcere per droga in rapporto al totale degli ingressi sono passati dal 28% del 2006 al 33,15% del 2011 (25.390 su 90.714 e 22.677 su 68.411). Le denunce, specie per l’art. 73 (detenzione illecita a fini di spaccio), sono state 33.686 nel 2011: di queste 14.680 sono per cannabis, pari al 41%, di cui 8.535 per hashish, 5.211 per marijuana, 1.416 per coltivazione di piante); gli arrestati sono stati 28.552 (nel 2006 erano 25.730).

 

LE MISURE ALTERNATIVE

Diminuiscono le misure alternative: da 3.852 persone in affidamento nel 2006 a 2.816 al 30 maggio 2012. Prima del 2006, la maggioranza dei tossicodipendenti godeva dell’affidamento dalla libertà, con la nuova legge il rapporto si è invertito: al 30 maggio 2012, 1.854 persone erano in affidamento dopo essere passate dal carcere, a fronte di 962 soggetti provenienti dalla libertà.

 

CONCLUSIONI

Queste le conclusioni degli estensori del rapporto: «Il sistema repressivo punta al basso: i dati complessivi ci dicono che la gran parte delle persone che entrano in carcere per la legge antidroga sono consumatori o piccoli spacciatori. La repressione è concentrata sulla cannabis. L’impatto carcerario della legge antidroga è la principale causa del sovraffollamento. All’aumento della carcerazione e delle sanzioni amministrative corrisponde un abbattimento dei programmi terapeutici. E’ urgente una modifica della legge».


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