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Economia & Impresa sociale 

E adesso Goldman Sachs si dà al sociale

I social impact bond sbarcano a New York. Grazie ad una partnership inedita tra l’amministrazione cittadina e il colosso di Wall Street viene lanciato un programma di rieducazione per ex carcerati e i contribuenti non pagano nulla, almeno per ora.

di Redazione

 

A due anni dallo scandalo che ha travolto il colosso di Wall Street costringendolo a rimborsare gli investitori oltre 500 milioni di dollari e trascinando nella bufera il mondo dell’alta finanza, Goldman Sachs mostra il suo (a dir poco inedito) lato sociale, presentandosi come partner della città di New York in una delle più innovative azioni di finanza pubblica degli ultimi anni. Sarà proprio in collaborazione con Goldman Sachs che New York adotterà per la prima volta, in via sperimentale, il modello dei social impact bond , lo strumento finanziario che dovrebbe permettere al settore pubblico di raccogliere finanziamenti privati. La banca d’affari investirà 9,6 milioni di dollari in un programma di rieducazione  e reinserimento sociale dei ragazzi di Rikers Island, il più grande complesso carcerario della città. 
 
La città registra un tasso estremamente alto di reiterazione del reato tra i minori. Si stima infatti che a New York la metà degli adolescenti che vengono arrestati, tornino a commettere un crimine entro il primo anno di libertà, dopo aver scontato la pena. Tanto che il sindaco Bloomberg, giudica questo fenomeno tra i problemi più complicati da risolvere: “La nostra città è alla continua ricerca di nuove soluzioni e aiutare i giovani carcerati a rimanere lontano dai guai dopo aver scontato la pena, è una delle sfide più difficili che ci troviamo ad affrontare.” E’ per questo che la rieducazione minorile è stata scelta come primo terreno di prova per il social impact bond.
 
Il finanziamento stanziato dalla Goldman Sachs verrà utilizzato dall’organizzazione non-profit MDRC per attivare corsi di formazione, assistenza psicologica e percorsi di reinserimento all’interno della società dedicati ai ragazzi tra i 16 e i 18 anni. Un terzo soggetto, il Vera Institute for Justice valuterà il successo del programma. La misurazione della performance dei servizi è infatti alla base del sistema dei social impact bond. L’investitore infatti otterrà un ritorno sul proprio investimento, solo se questo avrà dimostrato di portare dei benefici evidenti. In questo caso, la Goldman Sachs raggiungerà il break even point, quindi il pareggio dell’investimento, se il tasso di reiterazione del reato calerà del 10%, ma potrebbe anche aumentare il guadagno nel caso questo diminuisca ulteriormente. Un modo insomma per utilizzare i soldi pubblici, solo qualora i servizi si rivelino effettivamente efficaci.  
 
Un’operazione in cui Bloomberg ha investito molto. A differenza di ciò che richiede il modello dei social impact bond, nato e sviluppato in Gran Bretagna, il finanziamento verrà garantito da una fondazione privata, proprio la Bloomberg Philanthropies, la fondazione di famiglia del sindaco della Grande Mela che, con una garanzia di 7,2 milioni di dollari, promette di limitare il rischio per gli investitori.  L'impegno "sociale" costerà dunque relativamente poco alla Goldman Sachs, mentre sembra che, in questo caso, la vera scommessa sia quella del sindaco. Se il programma non dovesse funzionare, oltre ad un fallimento strategico, Bloomberg ci rimetterà anche qualche milione di dollari della sua fondazione.
 

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