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Artico, riduzione record dei ghiacciai marini

La ritirata della banchisa raggiunge il massimo storico ancora prima della fine dell'estate. Il WWF: «Dati drammatici, occorre una chiamata all'azione globale».

di Redazione

Al Polo Nord il ghiaccio è in via d'estinzione. La superficie in ritirata della banchisa delle acque dell'Artico fa registrare quest'anno, con ancora due-tre settimane di estate (e quindi con ancora dei margini di riduzione), il massimo storico, superando il già drammatico risultato del 2007. A lanciare l'allarme il National snow and ice data center (Nsidc), l'Istituto Usa che tiene d'occhio i livelli di ghiaccio e neve, il quale mette in evidenza come le cause siano da rintracciarsi nelle eccezionali ondate di calore del 2012.

Rispetto alla valutazione del 2007, l'estensione del ghiaccio marino artico, così come è stata misurata il 26 agosto, è scesa a 4,10 milioni di chilometri quadrati. Cioè 70.000 chilometri quadrati in meno rispetto al 18 settembre 2007, quando era a 4,17 milioni di chilometri quadrati. Gli esperti del Nsidc, che hanno rilanciato la notizia anche su twitter, avvertono che si tratta del "minimo registrato dall'inizio dell'era dei satellite artificiali" (nel 1978). La banchisa artica potrebbe  perdere ancora qualcosa di qui alla fine dell'estate, nelle prime due-tre settimane di settembre; senza considerare che quest'anno si chiude una serie, lunga sei anni, di povertà di ghiaccio marino.

“Si tratta di un segnale gravissimo, che documenta ulteriormente il cambiamento climatico dovuto all’intervento umano e che produce effetti drammatici sull’ecosistema artico, sconvolgendo gli equilibri dinamici dell’area e comportando perdita di habitat per gli ambienti, gli animali e le complesse reti alimentari che dipendono dai ghiacci marini – commenta Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia – Il trend dei ghiacci marini artici è da decenni in continuo declino. Ma è scioccante vedere quanto questo trend sia rapido. Arrivati a questo punto dobbiamo iniziare a pianificare considerando un Artico privo di ghiacci durante l’estate, perché presto la situazione sarà davvero questa. Dobbiamo agire subito per preservare l’habitat cruciale che ci rimane e per prevenire cambiamenti ancor più catastrofici del clima globale.”
 
“La perdita di ghiacci marini deve diventare una sonora chiamata all’azione globale contro il cambiamento climatico – aggiunge  Mariagrazia Midulla, responsabile Policy Clima ed Energia del WWF Italia – Al circolo polare artico il cambiamento climatico non si fermerà. Gli scienziati ci dicono che la rapida perdita di ghiacci marini è legata alle estati umide, agli inverni intensi e agli eventi meteorologici estremi nell’emisfero settentrionale. E altri impatti climatici globali che si stanno verificando sono altrettanto seri, a partire dalle siccità record di quest’estate, in Italia e in altre regioni del mondo (USA, Russia, Ucraina, ecc), con i loro impatti sulla produzione alimentare, sui prezzi del cibo e sull’emergenza alimentare nelle zone più povere.”


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