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La Chiesa fuori dalla Chiesa, la rivoluzione dolce di Papa Francesco

Sul numero in edicola da venerdì l’inchiesta su come Bergoglio ha cambiato la Chiesa d’Argentina e su come cambierà quella mondiale. Con un'intervista al premio Nobel Perez Esquivel: «Nessuna ombra sul suo passato»

di Redazione

Come sarà la Chiesa di Bergoglio? Per rispondere a questa domanda siamo tornati a Buenos Aires per incontrare i parroci che l’allora arcivescovo della capitale argentina ha mandato nelle periferie della metropoli. Una trincea dove fra gli altri opera padre Pepe, alias Josè Maria Di Paola: «Noi preti di strada c’eravamo già prima del suo arrivo, ma Bergoglio ha rivoluzionato in meglio il nostro lavoro, perché con il suo approccio ha costretto tutti i vertici ecclesiastici a mettere al centro della loro opera pastorale le baraccopoli». «E adesso», continua, «sono convinto di una cosa, come ha già dimostrato con i suoi primi gesti da Papa, riuscirà a mettere al centro anche a livello mondiale le periferie». Nelle Villas Miserias inseme a padre Pepe, lavorano tanti altri preti bergogliani come padre Lorenzo De Vedia o padre Gustavo Carrara.

Oltre al reportage firmato dal nostro corrispondente Paolo Manzo il servizio di copertina del numero che troverete in edicola da questo fine settimana ospita anche i contributi di uno dei giornalisti più intimi di Papa Francesco, Gianni Valenti (“Decine di messe alla stazione e di confessioni al mercato”), del vaticanista Lucio Brunelli (“Una vera rivoluzione: la chiesa chiamata a uscire da se stessa”), del filosofo Pietro Barcellona (“Per la prima volta il modello europeo si trova ridotto ai margini”) e di Alfredo Somoza, giornalista argentino, ex oppositore del regime dei militari e presidente dell'ong Icei (“Da arcivescovo negli ospedali. Così ha dettato un nuovo stile di vita”). A chiusura del servizio, infine, il dialogo firmato da Daniele Biella con il premio Nobel argentino Perez Esquivel, che del Papa dice «lui è capace di dare uno sbocco positivo all’indignazione che tutti abbiamo dentro. E niente dubbi sul suo passato».
 


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