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La Grecia autogestita. Il video

In un Paese soffocato dalla politica della Troika europea, si assiste alla crescita di tanti fenomeni di autorganizzazione sociale. Il giornalista Giuseppe Ciulla li ha studiati e raccontati a Vita nel numero in edicola

di Redazione

Giuseppe Ciulla è un giornalista, autore de "L'ultima parola” il talk show di Gianluigi Paragone. Ma in questi mesi è stato sopratutto un viaggiatore. Ha frequentato i confini dell'impero europeo, in particolare in Grecia, il Paese soffocato da una crisi apparentemente senza via d'uscita. Viaggi che daranno luce ad un libro reportage: “La frontiera. Da Atene al monte Athos. 4000 chilometri nella Grecia che nessuno racconta”, edito da Chiarelettere.       
Quello che nessuno racconta, almeno nei media italiani, è una Grecia in cui nascono ogni giorno nuove forme di autogestione.

Il mercato delle patate
È il caso, ad esempio del mercato delle patate. «Panos racconta la sua storia di fronte a vino cretese e a un cesto di ciliegie. Ricorda che in un centro del nordovest della Grecia, qualche anno fa, lui e i suoi erano venuti a sapere che 700mila tonnellate di patate raccolte in autunno, a gennaio erano rimaste invendute. Ai contadini che le avevano coltivate erano state pagate 0,17 centesimi al chilo, al consumatore erano proposte a 70 centesimi, con un guadagno per gli intermediari di oltre mezzo euro per ogni chilo di patate. “Abbiamo deciso di fare da soli” racconta Panos. “Prima hanno iniziato a Katerini, dopo un paio di settimane eravamo attivi anche noi qui a Volos; adesso questo sistema funziona in una cinquantina di città in tutta la Grecia”. Lui contatta i contadini, verifica la bontà dei prodotti con analisi di laboratorio e poi propone ai produttori di venire a vendere la merce a Volos una volta al mese, direttamente ai clienti. nel frattempo raccoglie le adesioni via internet. A ogni appuntamento arrivano quasi tremila persone. “Abbiamo sfidato un sistema che sembrava inaccessibile. Non è stato facile trovare e convincere i produttori a fidarsi di noi, anche perché molti di loro fregavano lo stato incassando iva mai spesa, e la comunità europea, attraverso finanziamenti da centinaia di migliaia di euro».

Il Tem, la moneta anti Euro
Ci sono poi le monete alternative, anti euro. «il meccanismo è semplice: ogni Tem, Topiki Enallaktiki monada, vale un euro, ogni nuovo iscritto al circuito ha un credito di 300 tem che può utilizzare barattando ciò che sa fare o che vuole vendere. “Vedi le gomme della mia auto?” mi spiega Giovanni. “Le ho prese l’altro ieri da uno dei nostri affiliati. non ho sborsato un euro, il meccanico aveva bisogno di una visita medica e ci siamo messi d’accordo».

Un viaggio che svela l'altra faccia della crisi, quella che anche piccoli effetti positivi, che «aguzza l’ingegno, favorisce le relazioni e la creatività. E questo è il posto giusto e il momento giusto per capirlo».

Il reportage integrale di Giuseppe Ciulla è sul numero di Vita in edicola


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