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L’incredibile storia dell’Isola ecologica di Battaglina

La discarica più grande d'Europa sta sorgendo in provincia di Catanzaro, su un terreno sotto vincolo ambientale e in una zona altamente a rischio

di Lorenzo Alvaro

Doveva essere un'isola ecologica con annessa discarica per inerti. Si sta realizzando solo la discarica. Si tratta del caso “Isola ecologica di Battaglina”.  La vicenda risale a 45 anni fa, quando nella zona, in provincia di Catanzaro, negli anni '60 fu realizzato un rimboschimento per mitigare il rischio idrogeologico che interessava diversi comuni limitrofi. Questi stessi terreni, dopo il rimboschimento vengono restituiti al Comune di Borgia che si impegna a salvaguardare lo stato dei luoghi, salvo poco dopo, in emergenza, chiedere un nulla osta per fare su quell'area una discarica temporanea. Nel '96 parte il progetto dell'isola ecologica con tutte le richieste di autorizzazioni del caso. E ne nasce una battaglia senza quartiere. Anche perchè su quell'area esistono una serie di vincoli che non possono essere derogati. Ecco tutta la storia

La scoperta del Comitato dei Cittadini
Nel dicembre 2013 un Comitato dei Cittadini scopre le enorme vasche in costruzione nell'area del cantiere. Insospettiti dalle dimensioni dei lavori gli appartenenti al Comitato cominciano a studiare le crate e scoprono che il terreno su cui sta sorgendo quella che viene ribattezzata “la discarica più grande d'Europa” ha diversi vincoli ambientali che rendono fuori legge la costruzione. In particolare «l'area ricade in zona boscata interessata da macchia mediterranea derivante da rimboschimento con eucalipti e grandi querce; è stata danneggiata da un incendio; risulta distante dal torrente a valle solo 150 metri; dal punto di vista geomorfologico l'intervento modificherebbe sostanzialmente il sistema di deflusso delle acque meteoriche; l'area è sottoposta a vincolo in merito agli incendi boschivi; è compresa in zona sismica cat. 1; ricade in zona agricola (E) ed è sottoposta a vincolo tutorio-forestale; la discarica per rifiuti prevede (1 lotto da 456.000 mc) anche lo smaltimento di rifiuti contenenti amianto; potrebbero esserci pericoli per gli abitanti a causa della possibile dispersione di fibre di amianto provenienti dalla discarica essendo il nucleo abitato del Comune di Girifalco località Muruttu situato a 1 km; dai sondaggi effettuati la coltre sedimentaria affiorante risulta costituita in profondità da litologie comprendenti prevalentemente conglomerati e sabbie almeno fino alla profondità investigata di 25 metri che poggiano su argille; il coefficiente di permeabilità dei materiali affioranti non raggiunge il livello richiesto dalla normativa vigente per la realizzazione del progetto».

I Comuni e l'esposto alla Procuratore della Repubblica
Sono 8 i Comuni, che partecipano al Piano Strutturale Associato, limitrofi alla discarica in costruzione che firmano un esposto alla Procura delle Repubblica in dicembre.
Arturo Bova, sindaco di Amaroni; Antonio Sciumbata, Sindaco Caraffa di Catanzaro, Francesco Scalfaro, sindaco Cortale; Mario Deonofrio, sindaco di Girifalco; Rodolfo Iozzo, sindaco di Settingiano; Natale Amantea, sindaco di Maida; Gianfranco De Vito, sindaco di Jacurso e Pietro Putame Sindaco di San Pietro a Maida scrivono al Tribunale ordinario di Catanzaro chiedendo di aprire un'indagine sul caso. All'appello dei firmatari però mancano i sindaci di Borgia e San Floro, proprietari del terreno oggetto del contendere.

I sindaci e la Regione Calabria
Dopo l'esposto, oggi, gli stessi comuni scrivono «una richiesta di riesame e revoca dell'autorizzazione integrata ambientale» per il sito Battaglina al presidente della Giunta Regionale, Giuseppe Scopelliti e al dirigente generale del Dipartimento politiche dell'Ambiente della Regione, Bruno Gualtieri. I comuni cioè si appellano alla Regione che, ritirando i permessi, sospenda i lavori. Contestualmente il Comune di San Floro sospende, dopo un consiglio comunale urgente, per 120 giorni i lavori per quello che riguarda il territorio di propria competenza. Salgono così virtualmente a 9 i comuni che si schierano contro la discarica.

L'appello di Legambiente Calabria
Il 4 gennaio Legambiente Calabria ha inviato, tramite posta elettronica certificata, ai Comuni di Borgia e San Floro un documento di oltre 14 pagine con il quale argomenta la richiesta «di attivare il regime di autotutela, legge 241/90, consistente nella facoltà di ritirare o sospendere un atto su iniziativa sua o di terzi interessati, in quanto affetto da vizi tali da renderlo illeggittimo». Le motivazioni sono tante e varie ma si basano tutte su un documento del Dipartimento Politiche dell'Ambiente – Nucleo VIA-IPPC datato 16.02.2009. in cui si spiega come la zona interessata ai lavori risulta avere «una valutazione altamente negativa sulla realizzazione dell'opera».

La manifestazione a Borgia
Per il 9 gennaio il Comitato dei Cittadini, sostenuto dai sindaci firmatari dell'esposto e da tante realtà sociali del territorio hanno indetto una manifestazione a Borgia per sensibilizzare il Comune e chiedere la sospensione dei lavori. La risposta arriverà il 16 gennaio, giorno in cui è stato fissato un Consiglio comunale urgente del Comune di Borgia.
   

In allegato l'esposto, la missiva inviata alla Regione Calabria e il documento di Legambiente Calabria


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