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Politica & Istituzioni

#diventapartito, conviene!

La campagna ironica virale che difende le non profit e punta il dito sulle detrazioni fiscali accordate ai partiti politici decolla e conta già centinaia di condivisioni

di Lorenzo Alvaro

Il detonatore è stato il Decreto Legge 28 dicembre 2013, n. 149. Quello che abolisce il finanziamento pubblico alla politica e contestualmente introduce il meccanismo del 2X1000 a favore dei partiti e detrazioni di favore ai partiti politici. Se si aggiunge che negli stessi giorni arrivava l’inchiesta della Corte dei Conti sui limiti del meccanismo del 5X1000 al non profit si hanno tutti gli ingredienti che hanno dato vita a Diventa Partito.

 

Una delle immagini esemplificative proposte dalla campagna


Una campagna virale molto ironica che punta il dito contro uno squilibrio nelle condizioni di destrazione fiscale alle donazioni tra partiti e terzo settore. In cosa consiste questo squilibrio?
Una tra le immagini proposte dal gruppo sulla pagina Facebook di #diventapartito lo spiega meglio di mille parole.

 

In sostanza, come chiarisce Riccardo Bonacina in un suo pezzo (qui), «i partiti tolgono al non profit per finanziare se stessi»

Alessandro Mazzullo sul suo blog di Vita “La lampadina” entra nel merito e spiega come «in effetti, dalla lettura degli artt. 11, 12 e 13 del Decreto Legge recante modifiche alla normativa italiana in materia di finanziamento ai partiti, emergono i seguenti aspetti.

È ammessa la detrazione del 37% (per importi da 30 a 20.000 euro) o del 26% (per gli importi da 20.001 a 70.000 euro) per le erogazioni liberali delle persone fisiche ai partiti.

È ammessa la detraibilità del 75% delle spese sostenute dalle persone fisiche per la partecipazione a scuole o corsi di formazione politica promossi o organizzati dai partiti (limite massimo di detraibilità: 750 euro).

È ammessa la detraibilità del 26% delle spese per erogazioni liberali delle società verso i partiti (per importi compresi tra 50 e 100.000 euro)

È imposto un limite alle spese di commissione bancaria dei versamenti a favore dei partiti effettuati tramite carte di credito e debito (non superiore allo 0,15% dell’importo transato)

È riconosciuta un’esclusione dal campo iva dei proventi derivanti da raccolte telefoniche (sul punto, per la verità, si era già favorevolmente espressa l’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione del 12/08/2005 n. 124 in relazione agli sms solidali tout court).

È infine introdotto l’istituto del 2X1000 con limiti di spesa che passano dai 7,5 milioni per il 2014 ai 45,1 milioni a decorrere dal 2017 (ovvero dal momento in cui l’abolizione del finanziamento pubblico dovrebbe andare completamente a regime)».

Al non profit è dedicata solo una detrazione del 26 per cento e solo fino a un massimo di 2.065 euro l’anno.

Ecco perchè conviene diventare partito. Così ad Anpas conviene diventare Panpas 🙂
 

L'Anpas diventa un partito: il Panpas

Spiegano i promotori, i comunicatori sociali Marco Binotto e Nino Santomartino, sulla pagina facebook della campagna, «la nuova normativa del Governo sul finanziamento ai partiti indirettamente indica una soluzione, semplice e vantaggiosa, anche per le organizzazioni non profit. Sei una Onlus, un'associazione di promozione sociale, un'organizzazione di volontariato, un'ONG, una cooperativa sociale? Trasformati in un partito. Potresti usufruire degli stessi vantaggi fiscali. E lo faresti in piena coerenza con lo spirito della legge: sostenere e incentivale la cittadinanza attiva, il dedicarsi al bene comune e alla gestione solidale e democratica della nostra società. Quello che da sempre fanno tutte le organizzazioni non profit».

«Abbiamo pensato l'iniziativa con tre finalità. La prima è creare consapevolezza su un problema che riguarda da vicino i cittadini, visto che molti dei servizi di cui usufruiscono sono garantiti dal non profit, e su cui non c'è informazione. La seconda per fare pressione sui politici, in particolare sui loro social network ufficiali. Terza ed ultima dimostrare al Terzo Settore che è possibile fare campagne belle e efficaci a costi contenuti», spiega  Nino Santomartino, che conclude, «abbiamo avuto un grande riscontro, sia per la risposta di molti politici, in  particolare quelli provenienti dal sociale, sia per quello che riguarda la viralità. Non pensavamo sarebbe stato un tale boom».


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