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Cooperazione & Relazioni internazionali

Pistelli ci scrive su riforma cooperazione e agevolazioni

Caro direttore, l'idea che la legge 49 dopo sei mesi dall'entrata in vigore del regolamento attuativo venga del tutto abrogata, è una scelta voluta e ponderata. la parte sulla disciplina fiscale non è in alcun modo teso a eliminare nè la categoria delle ONG nè a limitarne i benefici fiscali

di Redazione

Caro Direttore, caro Riccardo approfitto per ringraziarti dell'attenzione con la quale seguite il nostro impegno per riformare, dopo quasi trent'anni, la cooperazione italiana così da renderla davvero parte integrante della politica estera italiana e adeguarla negli strumenti e nella capacità strategica alle esperienze dei nostri partner europei e internazionali.

Si tratta di uno sforzo complesso, che ha coinvolto diverse amministrazioni, ridefinendo aspetti diversissimi, dalle risorse ai nuovi strumenti, al personale. Pensiamo di aver prodotto un testo buono. Il disegno di legge non ha un impianto “ideologico” ma si propone di essere un aggiornamento della fotografia del “sistema cooperazione” e della sua cassetta degli attrezzi. Mi ha mosso – dopo molti anni spesi su questi argomenti – la consapevolezza che l’aiuto pubblico allo sviluppo – in Italia e in Europa – è oggi una componente di minoranza di un insieme grande; che fondazioni filantropiche, società civile, ong con il proprio fundraising, sistema delle autonomie richiedono regole nuove per coordinare una grande orchestra più che uno spartito precotto; che era tempo di tradurre in norme alcune delle indicazioni del Forum nazionale della cooperazione così come le raccomandazioni internazionali dell’OCSE DAC.

In questo spirito di permanente scambio di informazioni e di consultazione con la società civile, considero un arricchimento importante tanto l'imminente percorso parlamentare che il dibattito stimolato da riviste come Vita.

Venendo al punto sollevato dall'articolo di Arduini/Mazzini sul trattamento fiscale (qui l'articolo) vorrei provare a rassicurare tutti. Da una parte, l'idea che la legge 49 dopo sei mesi dall'entrata in vigore del regolamento attuativo venga del tutto abrogata, è una scelta voluta e ponderata. Risponde all'esigenza di una vera e propria riforma complessiva che non lasci, pur dopo un periodo transitorio temporalmente definito, ambiguità da sciogliere, giustapposizioni o rimanenze puntuali di precedenti normative.

Dall'altra, per la verità, la parte sulla disciplina fiscale è rimasta, nel testo della riforma, con la stessa formulazione  prevista nella proposta Tonini-Mantica e  l'articolo 24, come lo abbiamo scritto, non è in alcun modo teso a eliminare nè la categoria delle ONG nè a limitarne i benefici fiscali. Il comma 3 di quell'articolo prevede che siano fissati i parametri e i criteri "sulla base dei quali vengono verificate le competenze e l'esperienza acquisita nella cooperazione allo sviluppo" dalle organizzazioni non governative e prevede un apposito "elenco pubblicato e aggiornato periodicamente dall'Agenzia”.

La valutazione tecnica degli uffici del Ministero degli Esteri e delle altre amministrazioni coinvolte è che la previsione sia sufficiente a garantire, anche in via interpretativa da parte del MEF, il mantenimento dei vantaggi fiscali delle ONG, riconosciute, come ho detto, dalla nuova legge.

Tuttavia, ho già sottoposta la questione che avete sollevato ad un ulteriore approfondimento per valutare se è effettivamente necessario un intervento in fonte primaria – cioè una modifica della norma di legge – che esplicitamente ricolleghi all'elenco di cui all'art. 24 i benefici fiscali. Spero che presto il Parlamento possa dire una ultima condivisa parola.

Con amicizia
Lapo Pistelli, viceministro Ministero degli Affari Esteri

 


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