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Il grande paradosso delle risorse naturali italiane

Lo denuncia WWF. Franco Ferroni: «Aumentano le aree protette ma diminuiscono le risorse finanziarie. Sono diminuiti i dirigenti, ma non sono stati ancora nominati per tanto la gestione è paralizzata»

di Redazione

Franco Ferroni, è Responsabile Policy Biodiversità, Aree Protette e Politiche Agricole WWF Italia, a VITA spiega le contraddizioni e lancia un appello al Governo e Parlamento per fare chiarezza.

Partiamo dai numeri. Il capitolo di bilancio “Gestione/interventi Parchi nazionali” ha registrato un taglio di circa 865mila euro, passando da 5.800.000 euro circa di inizio anno agli attuali 4.960.000 euro. Il taglio è del 15%. Ancora peggio va al capitolo di bilancio “Gestione/interventi Aree Marine Protette” con un taglio del 24%: dai 5 milioni di inizio anno si arriva agli attuali 3.790.000 euro circa (- 1.200.000 euro). Alle 27 aree marine esistenti se ne aggiungono 4 nuove.

Le ricadute. «Tagli così pesanti portano ricadute negative. La prima riguarda la gestione ordinaria mettendo così realmente in pericolo la possibilità di fare interventi concreti a tutela della natura», dice Ferroni. «La seconda riguarda la collettività. Un parco senza risorse è un vincolo e null’altro. Una zona tutelata che diventa cattedrale nel deserto. Le aree protette invece se sostenute in maniera intelligente, con il coinvolgimento del territorio e degli stakeholders, presenta tassi di economia più alti rispetto a altre aree. Un dato che emerge da diversi studi. Nei nostri Parchi nazionali, dove tuteliamo specie e habitat naturali unici al mondo, si sperimenta concretamente la green economy di cui tanto si parla».

Ricerca e Prevenzione. «Le attività di WWF vanno nella direzione della conservazione e della valorizzazione del patrimonio, obiettivi che si conseguono attraverso monitoraggi scientifici, interventi per ridurre le minacce da inquinamento, attività illecite come la pesca di frondo, attraverso iniziative di turismo sostenbile»

Si perde quanto conquistato. «Le associazioni ambientaliste hanno lavorato anni e anni per diffondere in maniera capillare in tutta la società una certa sensibilità verso l’ambiente, per rendere  spontanei comportamenti di educazione ambientale. Anche grazie alla possibilità di fruire di parchi e aree marine, che rappresentano la dimostrazione concreta, tangibile, di quanto la tutela dell’ambiente abbia ricadute sul benessere della collettività».

A rischio la progettazione. «La partecipazione ai bandi europei  per conseguire finanziamenti di progetti richiedono il co-finanziamento Europa-Realtà associative. Senza risorse come possiamo fare?»

Il caso Parchi. «Su 23 parchi nazionali esistenti in Italia, attualmente solo 3 (Dolomiti Bellunesi, Gran Paradiso e Sila) hanno un presidente ed un consiglio direttivo operativo. Il ritardo nelle nomine dei consigli direttivi, di competenza del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dell’ISPRA, è imbarazzante, visto che la riforma legislativa è entrata in vigore nell'Aprile 2013 (e ha portato i consiglieri da 12 ad 8) e le associazioni ambientaliste e le Comunità del Parco hanno designato, per tempo, i loro rappresentanti».

Il caso aree marine protette*. «La legge di Stabilità 2014 ha dato il via a 4 nuove aree marine, due attendevano da lungo tempo, altre due invece sono state una sorpresa molto gradita che dimostra lungimiranza. Tuttavia, come abbiamo detto, è in questo settore che ci sono stati i tagli più consistenti. Mentre, i Parchi nazionali hanno una dotazione fissa per le spese obbligatorie pari a 80milioni di euro, le aree marine hanno a disposizione solo le risorse indicate dai capitolo Gestione/Interventi che dopo i tagli non arrivano ai 4milioni di euro. Già le 27 aree esistenti  versano in grave difficoltà, le nuove che futuro avranno?»

Al Governo e al Parlamento, l'associazione chiede: «Azioni coerenti per assicurare il necessario aumento dei finanziamenti in grado non solo di recuperare i tagli subiti negli ultimi anni ma garantire anche un proporzionale aumento in considerazione dell'annunciato avvio dell'operatività delle nuove quattro aree protette. Il WWF a seguito della semplificazione della composizione dei Consigli direttivi si aspettava una loro rapida ricomposizione con un ritorno alla normalità, ma purtroppo questo non è avvenuto, se non in un caso, ed i parchi continuano ad essere senza organi direttivi. La semplificazione della Pubblica Amministrazione non si è ancora tradotta nel caso dei Parchi Nazionali in una loro maggiore efficacia ed efficienza gestionale.».

* Le nuove aree sono: Conero fra Marche e Abruzzo, Torre Calderina in Puglia, Capo Testa-Punta Falcone in Sardegna, Capo Milazzo in Sicilia.


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