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In Tunisia impazza il selfie pattumiera

Solitamente il selfie lo si scatta per ritrarsi davanti a magnifici paesaggi, oppure con amici o qualche personaggio famoso. Non in Tunisia, dove sta spopolando il “Selfi Poubella”, l’autoscatto con la spazzatura. Un giornalista a dare il via al “Selfi Poubella”

di Redazione

A dare il via al tutto, il giornalista Cheker Besbes che nella foto postata sul profilo facebook scrive: «Questo è il selfie che dovrebbe fare Amel Karboul (ministro del Turismo nota anche per i suoi selfie duranti viaggi o visite ufficiali, ndr) per fare capire che il Paese si sta sporcando e che l’immondizia è ovunque. Non penso che i turisti torneranno in un Paese sporco. Questo è il primo selfie scattato a Cité Tdamen e penso che sia una buona iniziativa per fare svegliare le autorità competenti. Ognuno dovrebbe fare un selfie ovunque trovi immondizia».

 

Detto, fatto: in pochi giorni è nata la pagina facebook “Selfi Poubella”, che conta più di 14mila “mi piace” e la cui bacheca viene aggiornata ogni giorno con nuovi selfie di cittadini scattati in diverse città o nei quartieri della capitale. L’intento, si legge sulla pagina, è di “fare pressione sui comuni, senza dimenticare che questi ultimi non potranno riuscirci da soli: un progresso duraturo passa per la partecipazione attiva e civica di ogni cittadino”. In effetti, passeggiando per le strade cittadine, è difficile riuscire a trovare cestini in cui gettare la spazzatura e i pochi che si trovano sono già pieni, per cui spesso le persone gettano il tutto a lato della strada, creando cumuli su cumuli.

 

Esiste anche l’altro lato della medaglia del fenomeno, ossia le numerose associazioni ambientali che cercano di colmare i vuoti dell’amministrazione, come “Pour une Tunisie propre et verte” (“Per una Tunisia pulita e verde”), fondata a Tunisi nel 2012 da Kamilia Mathlouthi, che domenica scorsa ha organizzato la pulizia della spiaggia della Goulette (Tunisi) a ritmo di musica: «Non è solo l’aspetto estetico ad essere in gioco – riferisce la presidente –, ma anche la nostra salute. Noi lavoriamo con i bambini, le future generazioni, attraverso giornate di sensibilizzazione e laboratori di riciclaggio nelle scuole. Dopo la rivoluzione la sporcizia si è diffusa ovunque a causa della mancanza di disciplina e l’anarchia. La gente pensa che tanto poi il governo pulisce. Invece bisogna partire da se stessi e dai piccoli gesti, è anche la responsabilità del cittadino fare sì che l’ambiente in cui vive sia pulito. Se una persona è patriottica, perché non si occupa anche solo della pulizia della sua strada? Le nostre iniziative danno uno stimolo economico e turistico, nella speranza che lo stato faccia davvero qualcosa».

un momento della pulizia della spiaggia

 


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