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Donbass: la tregua non c’è mai stata

Non c'è mai stata una tregua con l'esercito di Kiev, nel Donbass. Scuole distrutte, fabbriche trasformate in macerie, asili rasi al suolo. Nemmeno le chiese vengono risparmiate. Chi spara a chi? Inizia oggi il reportage del nostro Eliseo Bertolasi, slavista, antropologo, in un pezzo di mondo dimenticato dai media europei

di Redazione

Mi trovo ora nella Repubblica popolare di Lugansk. La situazione è tragica.

I militari della Guardia Nazionale Cosacca (filo-russa) che difendono la Repubblica mi riferiscono che di fatto la famosa ” tregua” con l’esercito d Kiev non c’è mai stata.

Cosacco a difesa della città

Muoversi tra una città e l’altra è impossibile i posti di blocco dei miliziani sono numerosi e senza una dovuta ”akkreditazija” il transito viene vietato.

Ho visitato la città di Pervomaisk, teatro di violenti scontri nel mese di settembre con le forze di Kiev. La città appare semideserta chi ha potuto se si è rifugiato verso Rostov in Russia. La distruzione è totale sono state colpite scuole, asili, abitazioni civili anche una chiesa.

Abitazioni civili bombardate

Gli abitanti sul posto mi indicano la direzione di arrivo dei razzi e dei colpi d’artiglieria: occidente, in sostanza le zone in mano all’esercito di Kiev. Questo per sfatare le voci che girano in Europa che i “miliziani” filo-russi, si auto-bombardano per far ricadere le colpe su Kiev.

Mi mostrano una fabbrica di motori elettrici intitolata a Carlo Marx, oramai deserta, pesantemente bombardata: un chiaro obiettivo civile finalizzato alla distruzione delle infrastrutture produttive della regione.

Scuola bombardata

In città non c’è nulla: né gas, né acqua. I negozi i mercati sono chiusi non ci sono ne generi alimentari ne medicinali. Nei cortili tra i palazzoni civili vedo signore anziane che cucinano su fuochi all’aperto quel poco che sono riuscite a recuperare per prepararsi un misero pasto. I generi alimentari a disposizione sono quelli arrivati dai convogli umanitari dalla Russia, che vengono ora distribuiti dai cosacchi.

Asilo bombardato

Ho parlato con molti cosacchi sono tutti volontari locali animati da grandissime motivazioni: la difesa della loro terra, delle loro famiglie, della loro identità russa. Sono animati da una grande feda nella religione ortodossa.

Chiesa bombardata

Un cosacco Vladimir che è stato ferito durante la battaglia di Pervomaisk, mi dice che erano qualche decina di cosacchi a difendere la città. Si sono battuti valorosamente contro preponderanti forze di Kiev che loro chiamano i "nazisti". Sono ottimisti, sono convinti che vinceranno, si rendono conto di “creare “ la storia, stanno creando questa nuova entità statale la “Novorossia”. Il governo di Kiev sulla Repubblica di Lugansk  è oramai considerato senza legittima autorità.

La pazienza delle donne

È assurdo e vergognoso che una guerra di tali proporzioni distruttive venga totalmente taciuta dai media italiani, ultimamente occupati a raccontarci fino alla nausea le vicende coniugali di Clooney e fatti della medesima futilità mentre qui, nel Donbass, a tre ore d’aereo dall’Italia si assiste a una situazione che ha i connotati del dramma.  


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