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Solidarietà & Volontariato

Profughi: un’emergenza nelle mani dei volontari

Pietro Barabino, giornalista freelance, racconta con il suo documentario l’impegno del volontariato italiano a Reggio Calabria, un impegno senza il quale l'operazione Mare Nostrum sarebbe solo «una catena di montaggio finalizzata al trasporto di individui»

di Pietro Barabino

«Abbiamo raccolto un ragazzo di 26 anni morto in piedi, perché non aveva lo spazio per cadere, con accanto la moglie di 23 anni e un bambino di tre anni». Così Enzo Romeo, medico e volontario della Croce Rossa, racconta quanto possano essere atroci le conseguenze delle leggi italiane e internazionali che regolano l’immigrazione. Lo incontriamo allo sbarco del 24 settembre avvenuto nel porto di Reggio Calabria, dove da mesi si susseguono gli sbarchi coordinati dall’Operazione “Mare Nostrum”.

Dalle voci dei volontari impegnati in prima fila sul fronte dell’accoglienza emerge come gran parte del lavoro viene affidato alla “buona volontà” di persone che liberamente, gratuitamente e a testa bassa decidono di investire il loro tempo in azioni di solidarietà.
 

Pietro Barabino

Decine di volontari di una rete cittadina informale composta da gruppi di laici con riferimenti più o meno ecclesiali (dalla Caritas agli scout Agesci della zona) vengono autorizzati dalla Prefettura a intervenire per “umanizzare” quello che senza il loro apporto potrebbe sembrare un processo di una catena di montaggio finalizzata al trasporto di individui, tra cui moltissimi minori non accompagnati, trattati alla stregua di capi di bestiame.

«Durante il Governo Berlusconi in Italia avvenivano addirittura i respingimenti – ricorda Federico Riccio dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati – ma questa è una pratica illegale. Tutti gli esseri umani dovrebbero avere la possibilità di chiedere asilo. Gli accordi internazionali parlano chiaro. Qualsiasi barca in difficoltà dev’essere soccorsa, ma nonostante questo è solo in seguito alla tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013 che il Governo italiano ritenne opportuno autorizzare l'operazione «Mare nostrum», che in questi mesi impegna la Marina a prestare soccorso alle carrette del mare».

Milena Santerini, presente sul posto insieme ad altri componenti dell’intergruppo parlamentare sull’immigrazione di Camera e Senato, sottolinea come l’operazione “Mare nostrum” abbia salvato la vita a migliaia di persone che sarebbero partite ugualmente, ma che negli scorsi anni venivano respinte o andavano a sommarsi alle migliaia di morti in mare.

Nonostante il dispiegamento di forze messo in campo dalla Marina Militare continuano a ripetersi e non diminuisce il numero delle vittime di naufragi sulle coste del mediterraneo.
Sono morti che si potrebbero evitare permettendo alle persone di richiedere l’Asilo direttamente all’ambasciata, come propone l’intergruppo parlamentare sull’immigrazione facendo proprio l’appello di apertura di “Canali umanitari”, ovvero percorsi autorizzati e sicuri di ingresso per chi fugge dalle persecuzioni, che permetterebbero tra l’altro una degna accoglienza e percorsi di inserimento nel territorio.

In copertina il documentario “Sbarchi a Reggio Calabria, umanizzare l'accoglienza” di Pietro Barabino


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