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Cooperazione & Relazioni internazionali

Servitù globale: sono 35 milioni gli schiavi nel mondo

Non basta dichiararla illegale: la schiavitù, oggi, riguarda 35,8 milioni di persone al mondo e muove un giro d'affari di 32 miliardi di dollari l'anno. Sono 167 i Paesi coinvolti nella nuova tratta degli esseri umani e l'India, con i suoi 14 milioni di nuovi schiavi, detiene il triste primato in questa corsa al profitto. In Italia, il Global Slavery Index 2014 ne ha censiti 11.400

di Marco Dotti

La schiavitù è illegale in quasi tutti i Paesi del mondo eppure, sotto altri nomi e forme, sono quasi 35,8 milioni le persone ridotte in schiavitù.

Secondo l'International Labour Organization il giro d'affari annuo prodotto da questa "merce umana"è di 150 miliardi di dollari, metà dei quali in Paesi a alto sviluppo industriale. Un "Big business" che non si limita, però, allo sfruttamento diretto, ma coinvolge indirettamente tutto il sistema globale che tende a delocalizzare la produzione hi-tech e manifatturiera in aree dove il lavoro forzato è la norma.

Se la Mauritania offre il dato più allarmante – quasi il 4% della sua popolazione è in condizioni di schiavitù materiale – l'India detiene il triste primato in termini assoluti, con 14 milioni di schiavi. Il 61% degli schiavi globali risiede in 5 Paesi: oltre all'India, la Cina, il Pakistan, l'Uzbekistan e Russia.

In Italia, nel Global Slavery Index (allegato qui accanto), curato dall'australiana Walk Free Fundation, ne sono stati censiti 11mila e 400, pari allo 0,019 % dell'intera popolazione, mentre in Europa se ne contano 566mila e 200. 

Il rapporto Global Slavery introduce anche un indice di valutazione dell'azione governativa di contrasto e in un indice di vulnerabilità (►qui per la metodologia). 

L'Italia è considerato un Paese moderatamente impegnato in politiche di contrasto, ma con indici di primo allarme per quanto riguarda la stabilità istituzionale e la discriminazione.

@oilforbook


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