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Grande festa alle SanpaPigotte che aiutano Unicef

La Comunità di San Patrignano si è unita alla grande famiglia delle Pigotte di Unicef. Grazie all'opera di mamme e ragazze della Comunità sono nate oltre 60 SanpaPigotte, consegnate all'Ambasciatore di buona volontà Unicef Lino Banfi nel corso di una festa.

di Antonietta Nembri

Una bambola di pezza. Un giocattolo d’altri tempi, unico. Non c’è infatti una bambola, o meglio una pigotta uguale a un’altra e da anni è ormai il simbolo della solidarietà. Quest’anno a unirsi alla grande famiglia delle Pigotte di Unicef, che ha eletto questo gioco a simbolo del Natale solidale con i bambini, la Comunità di San Patrignano.
Grazie all’opera delle mamme e delle giovani ospiti di San Patrignano sono nate le SanpaPigotte: classiche, rock, sognanti come personaggi delle fiabe o dinamiche come le ragazze di oggi – così le descrive una nota congiunta di Uincef Italia e San Patrignano – le bambole sono uniche, con uno stile e una personalità e soprattutto racchiudono il grande cuore pieno d’amore della Comunità sulle colline riminesi.

Nella sede di San Patrignano lunedì 22 dicembre le pigotte sono state consegnate a Lino Banfi, ambasciatore di buona volontà di Unicef da 12 anni, che è stato un po’ il “nonno” delle bambole di pezza. Il notissimo attore ha tenuto nell’occasione a battesimo la collaborazione tra l’Unicef e la Comunità di San Patrignano. «Sono onorato di essere tornato a San Patrignano è sempre bellissimo venire qui e ho trovato la Comunità cambiata in meglio rispetto alla prima volta che la vidi, negli anni 80», ha detto Lino Banfi. «Ho sentito un calore speciale, una grande voglia di abbracciare e condividere. Sono qui anche per far sorridere i ragazzi. Sto portando avanti il progetto “Più buono, altruista e cortese almeno 3 volte al mese”, perché non va bene esserlo solo a Natale. Così lo potremo essere tutti almeno 36 volte in un anno»

L’iniziativa è stata presentata, oltre che da Banfi, anche da Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia, Carmen Sisti del Comitato sociale San Patrignano e dal presidente dell’Unicef Emilia Romagna Mauro Cervellati.
«Coinvolgere San Patrignano nel progetto delle Pigotte è stato un atto d’amore da parte mia e dell’Unicef» ha detto un commosso Iacomini. «Sono bambole che salvano le vite e anche attraverso le ragazze della Comunità hanno compiuto un ulteriore miracolo. Missione compiuta».
Ora le 60 “SanpaPigotte” realizzate con ago, filo, creatività e fantasia dalle ragazze ospiti «saranno battute all’asta dall’Unicef» come ha anticipato Chiara Ricci, responsabile del progetto Pigotte per l’Unicef Italia e confermato da Lea Boschetti, membro del Consiglio direttivo dell’Unicef Italia.

«Per le mamme e le ragazze di tutti i settori di San Patrignano partecipare al progetto Pigotta è stata un’esperienza entusiasmante, anche per chi si avvicinava per la prima volta al cucito e alla maglia» ha commentato Carmen Sisti. Che ha sottolineato che così come Unicef si batte per la vita dei bambini, «San Patrignano opera gratuitamente ogni giorno per salvare le vite di migliaia di giovani».  
Anche San Patrignano entra così a pieno titolo nel popolo dei Pigottare e Pigottari (bambini, ragazzi, genitori, nonni, scuole, associazioni, realtà sociali) che danno il loro sostegno a Unicef nell’aiutare in modo concreto i bambini nei Pvs.

Oltretutto, dopo una quindicina d’anni di pigotte l’Unicef ha deciso di “fare un censimento” di tutte le Pigotte che in 15 anni sono state “adottate”. Per questa ragione da Unicef Italia arriva l’invito, rivolto a tutti i sostenitori, a farsi scattare una foto o a scattarsi un selfie speciale con la propria Pigotta, ma anche semplicemente fotografando la Pigotta adottata e a postarla sui canali social: cercando su Facebook la pagina Unicef Italia è possibile inviare la foto, insieme ad un breve testo con l’hashtag #ioelamiapigotta.
Per avere informazioni sull’iniziativa "Adotta una Pigotta" e sulle piazze che la ospiteranno è possibile: consultare il sito-web ad hoc di Unicef         
 


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