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Ebola: al via le sperimentazioni per il vaccino

Spedite in Liberia le prime 300 fiale del vaccino sperimentale, sviluppato dalla casa farmaceutica, GSK, in collaborazione con il dipartimento della sanità americano, US National Insitutes of Health. Si tratta della prima sperimentazione ad essere messa in atto in un paese dell’Africa occidentale

di Redazione

Dovrebbero arrivare venerdì, in Liberia le 300 fiale del vaccino sperimentale, sviluppato dalla casa farmaceutica, GSK, in collaborazione con il dipartimento della sanità americano, US National Insitutes of Health (NIH).

Si tratta della prima sperimentazione ad essere messa in atto in un paese dell’Africa occidentale. Il candidato vaccino è stato sperimentato su 200 soggetti, in Europa, Stati Uniti e Mali non contaminati dal virus e, nei test avviato fino ad ora, ha dimostrato di essere sicuro e di agire sul sistema immunitario.

Adesso bisognerà verificare se sarà in grado di proteggere il personale medico vaccinato e di contrastare la malattia.

Il vaccino sfrutta un virus del raffreddore dello scimpanzé denominato chimpanzee adenovirus type 3 (ChAd3), come vettore di materiale genetico non infettivo, proveniente dal ceppo Zaire del virus Ebola, responsabile dell’attuale epidemia in Africa occidentale.  

Nelle prossime settimane la sperimentazione verrà condotta su 30 mila soggetti, di cui solo un terzo riceverà il vaccino sperimentale sviluppato da GSK e gli altri, un semplice vaccino di routine, come ad esempio, quello contro il morbillo. Lo studio terrà poi monitorato il campione preso in esame, per verificare se la risposta immunitaria rilevata durante le sperimentazioni precedenti, si tradurrà in una significativa protezione contro il virus.

Il calo del numero dei contagi in Liberia, negli ultimi mesi, potrebbe però compromettere la validità dei risultati.

“Il fatto che i casi di ebola stiano diminuendo in Liberia, è ovviamente una buona notizia e speriamo che questo trend continui”, ha affermato un portavoce di GSK. “L’incidenza più bassa della malattia aumenta effettivamente la possibilità che le sperimentazioni richiedano più tempo e se il numero dei contagi si riduce in maniera notevole, è possibile che non riusciremo a capire se in effetti il vaccino sperimentale sia in grado di offrire una protezione dalla malattia. Siamo comunque decisi ad andare avanti, come abbiamo panificato, per vedere se riusciamo a raccogliere le informazioni che ci servono per offrire il nostro aiuto durante questa epidemia, o prevenire quelle future.”


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