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Manconi: «In carcere anche gli agenti sono vittime»

Dopo il caso che ha visto agenti penitenziari schernire su Facebook un detenuto suicida interviene Luigi Manconi, presidente dell'Associazione “A buon diritto” che sottolinea: «La causa di tutto è il sovraffollamento. Oggi ci sono 10mila detenuti di troppo. E stanno aumentando vertiginosamente i suicidi anche tra i poliziotti»

di Lorenzo Maria Alvaro

La vicenda inizia tre giorni fa, con la notizia del suicidio dell'uomo: 39 anni, Ioan Gabriel Barbuta, romeno, era detenuto nel carcere di Opera dopo essere stato condannato all'ergastolo nel giugno del 2013 per l'omicidio di un vicino di casa. Dopo il decesso fa scalpore come su facebook le guardie carcerarie si riferiscano alla vicenda. «Meno uno». «Un rumeno in meno», «mi chiedo cosa aspettino gli altri a seguirne l'esempio». Una serie di commenti violentissimi che compaiono in un gruppo del social network appartenente al sindacato di agenti, l'Alsippe. Una storia emblematica anche perché documenta per l'ennesima volta la barbarie delle condizioni delle carceri in Italia, sia per i detenuti sia per chi ci lavora. Gli utlimi dati, aggiornatissimi, di Ristretti Orizzonti parlano di 6 suicidi e 12 decessi in Italia da inzio anno. Numeri proccupanti. Nel 2014 il bilancio era stato di 43 suicidi e 131 decessi. Numeri che, è vero, sono in decrescita rispetto agli anni precedenti, ma rimangono comunque altissimi. Sempre R.O. sottolinea anche che l'Italia risulta essere, dopo la Russia, il paese europeo con il più numeroso personale carcerario, pari a 45.772 unità. In Russia il personale carcerario ammonta a circa 300.000 unità. Per capire la materia e provare a trovare qualche risposta abbia chiesto aiuto a Luigi Manconi, senatore e presidente dell'Associazione “A buon diritto”.

Con la notizia del suicidio e lo scandalo delle dichiarazioni dei poliziotti su Facebook è tornato di attualità il tema carcere. A che punto siamo?
La situazione penso sia questa: il sovraffollamento al di là di valutazioni ottimistiche non è stato ridotto ai minimi termini, c'è eccome. Nelle carceri italiane risulta un’eccedenza di almeno 10 mila persone. Questo è il dato da cui non si può prescindere. Perché il sovraffollamento non è un fattore estremamente negativo per i soli reclusi, ma per tutti coloro che vivono il carcere. All'origine di tutto c'è un carcere sovraffollato che ha fatto degradare la qualità di tutti i servizi e tutte le attività.

Sta dicendo che quelle dichiarazioni possono essere dovute alla condizione difficile di lavoro cui quei poliziotti sono sottoposti?
Dico che dopo i detenuti, che sono le prime vittime, ci sono i poliziotti che subiscono un vero stress professionale. Sono numerosi i casi burn out, di esaurimenti dovuti alla condizione di lavoro. Tanto è vero che c’è un  fenomeno sconosciuto e non affrontato che è quello dei  suicidi tra le guardie carcerarie. Mentre rimane altissimo ma stabile il numero di suicidi tra i carcerati cresce costantemente quello dei poliziotti.

Non è un modo per giustificare quelle dichiarazioni?
Quella vicenda mi i
nteressa molto poco. Esiste in ogni gruppo sociale e in ogni professione una percentuale di sciagurati. Mi preoccupa di più che la reazione de sindacati di polizia penitenziaria, che questa volta c'è stata, in passato non sia stata sempre così pronta…

Secondo i dati di Ristretti Orizzonti nel 2015 ci sono già stati 6 suicidi e 12 decessi. Non è poco. L'anno scorso furono in tutto 43 i suicidi e 131 i decessi. Un dato in decrescita rispetto a quelli precedenti ma comunque altissimo…
Sono dati che vanno considerati nei decenni. In passato abbiamo avuto persino 71 casi di suicidi in un anno. Io ho fatto un indagine scientifica su questo tema e avevo verificato come la frequenza dei suicidi all'interno della popolazione detenuta fosse 17/18 volte maggiore rispetto a quella della popolazione non detenuta. All'interno della popolazione detenuta poi si registrano molti suicidi all'interno delle fasce della prima età adulta, tra i 24 e i 35 anni. Fascia d'età che nella popolazione non carcerata ha percentuali di suicidio molto basse. Avevo anche verificato che la frequenza di suicidi è maggiore tra i primi 3 giorni, i primi 7 e i primi 30. Il motivo è l'impatto con l'universo carcerario.

Secondo Ristretti Orizzonti l'Italia è il Paese europeo con il più numeroso personale penitenziario pari a 45.772 unità secondo solo alla Russia. Come si spiega?
Una parte significativa di quel personale non è adibita a compiti di custodia e trattamento ma ad altre mansioni. Fino a qualche tempo fa, ad esempio, il numero di poliziotti penitenziari che stavano alla sede Ministero di Giustizia di via Arenula a Roma era consistente.

Cosa è stato effettivamente fatto per risolvere il problema del sovraffollamento?
Sono state prese delle misure sagge a mio avviso eccessivamente prudenti. Sarebbero stati necessari provvedimenti di amnistia e indulto. In assenza di questo il problema rimane significativo e la riforma del carcere risulta troppo lenta.


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