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Sms solidali, fine del “tutto gratis”?

Confermata la notizia data in anteprima da Vita magazine, secondo la quale le principali compagnie telefoniche stanno per dare vita a una nuova società che gestirà la raccolta fondi via messaggi. Fornendo alcuni servizi a pagamento

di Gabriella Meroni

E’ confermato, anche se non ancora ufficiale. Come anticipato da Vita magazine, la nuova, super-società creata dalle principali compagnie telefoniche per gestire e “ottimizzare” gli sms solidali si farà. Sicuramente entro l’anno, forse prima dell’estate. Nei giorni scorsi a Roma si è infatti svolta una riunione a cui hanno partecipato i vertici di Tim e Vodafone e alcune organizzazioni non profit tra le maggiori quanto a raccolta fondi (cinque o sei le presenti, meno di quante avessero ricevuto l’invito), nel corso della quale è stata presentata l’intenzione, sempre più concreta, di creare nuova società, partecipata per ora solo da Tim, Vodafone e Wind (ma che si spera potrà incassare il sì delle altre), incaricata di gestire l'intero processo degli sms solidali; in particolare, l'obiettivo della nuova realtà sarà da un lato razionalizzare questo strumento, oggi a costo zero per il non profit, e dall'altro di potenziarlo offrendo, questa volta a pagamento, ulteriori servizi quali l'elenco dei utenze da cui sono partiti i messaggi di sostegno. L’sms solidale, un tempo fortissimo ma oggi un po’ appannato (anche se continua a raccogliere circa 30 milioni l’anno), oggi infatti non porta alcun profitto nelle casse degli operatori ma rappresenta unicamente lavoro pro bono, costi non indifferenti e zero incassi.

L’idea è quindi di offrire alcuni servizi a pagamento, il più interessante dei quali consentirebbe alle organizzazioni non profit di venire a sapere il nome e il cellulare del donatore, in modo da creare database aggiornati e molto più ampi. Allo studio delle telefoniche ci sarebbero anche altre opportunità a doppio taglio – benefici a fronte di spese extra – come per esempio la concessione in uso di un numero solidale per periodi lunghi (oltre i canonici 15-20 giorni) o addirittura la possibilità di donare via mobile importi superiori ai classici 1 o 2 euro, come del resto avviene in altri paesi europei.

Da parte delle associazioni convocate c’è stata molta attenzione, ma anche qualche perplessità; le più gettonate riguardano il rischio di selezione/discriminazione ai danni delle realtà più piccole, che difficilmente potranno permettersi di pagare i servizi aggiuntivi promessi, lasciando dunque campo libero solo alle grandi corazzate, che già oggi raccolgono gran parte della “torta”. Le società telefoniche, dal canto loro, si sono affrettate a rintuzzare i timori, assicurando che si tratta solo di una riorganizzazione, che le associazioni saranno sempre e comunque trattate allo stesso modo e le regole per accedere ai numeri non cambieranno. Almeno per ora.


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