Sezioni

Attivismo civico & Terzo settore Cooperazione & Relazioni internazionali Economia & Impresa sociale  Education & Scuola Famiglia & Minori Leggi & Norme Media, Arte, Cultura Politica & Istituzioni Sanità & Ricerca Solidarietà & Volontariato Sostenibilità sociale e ambientale Welfare & Lavoro

Politica & Istituzioni

Cie e Cara, la prima riunione della Commissione d’inchiesta

Sono cominciati i lavori per capire come ha funzionato e funziona il sistema d'accoglienza italiano. Parla Edoardo Patriarca: «Non immagino una commissione di inchiesta in senso stretto ma come una grande occasione per riflettere a 360 gradi su migranti e rifugiati»

di Lorenzo Maria Alvaro

Istituita con la delibera del 17 novembre scorso, la Commissione parlamentare d’inchiesta sui Cie e i Cara che ha il dovere di indagare sui centri di accoglienza per immigrati e richiedenti asilo, era rimasta ferma per mesi in attesa che tutti i partiti nominassero un proprio componente. Oggi ha mosso, finalmente, i primi passi. È composta da 21 deputati, nominati dal Presidente della Camera in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, assicurando così la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo. I membri sono: Khalid Chaouki, Paolo Beni, Giuseppe Guerini, Paola Moretto, Edoardo Patriarca, Maria Chiara Gadda, Giovanni Mario Burtone, Gennaro Migliore e Carnevali Elena, Giuseppe Brescia, Vega Colonnese e Marialucia Lorefice, Erasmo Palazzotto, Paola Binetti, Stefano Dambruoso, Mario Marazziti, Laura Ravetto, Achille Totaro e Marco Rondini. Per capire come sia andata, i ruoli interni e gli obbiettivi di una Commissione che oggi ha mosso i primi passi abbiamo sentito Edoardo Patriarca (Pd) che oggi è stato nominato a sorpresa vice presidente della Commissione.

È partita la Commissione di Inchiesta sull'immigrazione. Un tema che è a lei molto caro…
Tenevo molto a partecipare perché è un tema che seguo da tempo, quello del sistema di accoglienza, di identificazione e di trattenimento dei migranti nelle strutture italiane. Il caso del Cie della mia Modena è stato, per molti versi, emblematico. L’aggiudicazione dell’appalto per la gestione al massimo ribasso ha finito con il peggiorare le condizioni dell’accoglienza degli internati e non garantire neppure la tutela delle condizioni di lavoro per gli addetti, fino alla chiusura della struttura di via Lamarmora. E’ quindi importantissimo il compito che ci viene affidato: quello di monitorare e dare conto della realtà effettiva delle strutture italiane, sia i Centri di identificazione ed espulsione (Cie), che i Centri di accoglienza (Cda) che i Centri di accoglienza per i richiedenti asilo (Cara). 

Oggi sono stati stabiliti gli incarichi. Chi è il presidente?
Il presidente è Gennario Migliore. I vice presidenti saremo Marazziti e io. La mia presenza come vice presidente è dovuta al venir meno di un accordo con i M5S. Ma non escludo la possibilità di fare un passo indietro in favore di un grillino. Lo riterrei opportuno per una Commissione come questa, che ha bisogno della più larga partecipazione politica. Vediamo come andranno le trattive. 

Quali sono i vostri obbiettivi?
È una Commissione di Inchiesta, quindi ha tutti poteri previsti, del tutto simili a quelli della giustizia. L'obbiettivo è andare a capire come ha funzionato il sistema di accoglienza nel nostro Paese. È una cosa importante che ci aiuterà a capire cos'è successo, le relazioni del Terzo Settore, il grado di efficienza del sistema. Ma sarà importante anche per ridefinire le politiche di accoglienza del nostro Paese. Non immagino una commissione di inchiesta in senso stretta ma come una grande occasione per riflettere a 360 gradi su migranti e rifugiati.

 


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA