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Cooperazione & Relazioni internazionali

Manzione: “L’accoglienza diffusa dei migranti sta funzionando”

Il sottosegretario agli Interni Domenico Manzione, che oggi sarà presente all'apertura del Festival nazionale del volontariato di Lucca, commenta la circolare ministeriale che chiede alle Regioni 6500 posti in più rispetto agli attuali: "si tratta di una decisione concordata poco tempo fa che ora, in un momento di maggior flusso, va portata fino in fondo. Stiamo comunque lavorando per risolvere il problema a monte, stringendo accordi con i paesi di transito in Africa".

di Daniele Biella

La notizia è rimbalzata di recente su tutti gli organi di stampa e in rete: il ministero dell’Interno chiede ulteriori 6500 posti alle Regioni italiane per ospitare richiedenti asilo in arrivo sulle coste italiane. Voci si rincorrono sul malumore degli enti regionali e sull’impatto di tale nuovo flusso di accolti. “Si tratta di variabili che avevamo previsto, dato l’aumento degli sbarchi con l’arrivo del caldo. I posti aggiuntivi richiesti saranno distribuiti nelle regioni a seconda del numero di abitanti, continuando con il modello di accoglienza diffusa che sta dando buoni risultati nella maggior parte delle situazioni”. A dirlo è Domenico Manzione, sottosegretario al Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale. E i mal di pancia regionali? “Nessun mal di pancia. Anche perché i 6500 posti richiesti sono contenuti in una circolare che segue una riunione alla presenza di rappresentanti di tutte le Regioni, nella quale avevamo messo loro al corrente di questa possibilità e si era sottoscritto un patto condiviso”, spiega Manzione.

Rimane il fatto che le previsioni parlano di prossimi mesi difficili sia dal punto di vista dei drammi in mare sia per l’accoglienza ancora inefficace in molti casi, soprattutto a causa delle lungaggini burocratiche per la risposta – positiva o negativa che sia – alla domanda d’asilo. “Di certo è un argomento delicato, che va affrontato con decisione anche per non andare incontro a strumentalizzazioni politiche”, prosegue il sottosegretario, che parteciperà al Festival del volontariato della Cnv, Conferenza nazionale volontariato, nella giornata di apertura di giovedì 16 aprile 2015 (alle ore 9.30 al convegno “Insieme si può. Il ruolo del cittadino nelle politiche di sicurezza”, organizzato dalla Prefettura di Lucca).

“Il concetto centrale rimane quello che bisogna trovare al più presto soluzioni diverse rispetto alle attuali partenze con i barconi”, sottolinea Manzione, che di recente si è recato in Niger proprio per “stringere accordi con i paesi di transito dei migranti, per gestire l’accoglienza già direttamente da lì. In questo senso si sono fatti dei passi avanti verso una soluzione diplomatica che preveda collaborazione diretta tra l’Unione europea e quei paesi”.

“Nessuno -aggiunge il sottosegretario- può essere tranquillo di fronte alla situazione che abbiamo davanti, ma se ne deve parlare in termini oggettivi perché troppo spesso il tema viene guardato attraverso il velo dell'ideologia che non porta a nulla. Non voglio minimizzare la drammaticità del problema, ma l'Italia non è l'ombellico del mondo. Su più di 8000 sono 450 i comuni che fanno accoglienza, tutto probabilmente va riportato alle giuste dimensioni. La scelta non è fra accoglienza e respingimento, non è così. Abbiamo una fascia di mare dentro la quale ci sono tre convenzioni internazionali che obbligano al soccorso marino e non rispettarla porterebbe al reato di omissione di soccorso. Non possiamo varcare le acque della LIbia né respingere perché i respingimenti indiscriminati che non tengono conto della qualità delle persone che sono a bordo delle imbarcazione sono atti contrari alla convenzione europea. In passato già hanno portato a condanne da parte della Corte europea. Quando si dice “rimandateli indietro” queste coordinate dovrebbero essere tenute presenti”.


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