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Una Carta dei diritti anche per gli obesi

Firmata da 32 società scientifiche, chiede che l’obesità sia considerata malattia sociale e che non venga discriminato chi ne è colpito

di Marina Moioli

Nessuna pietà per gli obesi? Sembrerebbe così. Additati, guardati con riprovazione, a volte derisi. Mentre il problema dell’eccesso di peso diventa sempre più diffuso, si rafforza lo stigma sociale verso chi ne è affetto, un italiano su 10, secondo gli ultimi dati Istat.

Ma c’è anche un’altra faccia della medaglia. Sottolineata dalla Carta, firmata pochi giorni fa dai rappresentanti di 32 società scientifiche internazionali e dalla World Obesity Federation, per riconoscere i diritti delle persone obese. «Chiediamo che l’obesità venga riconosciuta come malattia sociale e che le persone obese non vengano discriminate come accade spesso, soprattutto per i bambini a scuola e gli adulti nei luoghi di lavoro», puntualizza Angela Ferracci, presidente del Comitato per i diritti degli obesi. «Oggi purtroppo non tutte le persone con questa patologia vengono curate nei centri specializzati e non tutte le città offrono questi centri di cura. Non basta infatti evitare determinati cibi o fare movimento: nella maggior parte dei casi è necessario uno specifico percorso riabilitativo, con particolari esami e terapie personalizzate».

Secondo le previsioni dell’Oms l’obesità è un’epidemia strisciante, che nel 2030 rischia di affliggere il 90% degli uomini. I numeri si basano sui dati del 2010 e del 2014, estratti dal "Global Burden of Diseases" dell'Oms, a cui i ricercatori dello UK Health Forum e della stessa agenzia hanno applicato degli algoritmi per ricavare la stima a 15 anni. L'Italia, pur essendo il paese della dieta mediterranea e dell'Expo sull'alimentazione e pur partendo da una situazione migliore rispetto a quasi tutti i vicini europei, non è immune dal problema. Secondo il rapporto la percentuale di donne sovrappeso passerà dal 39% del 2010 al 50% del 2030, numeri comunque tra i più bassi in Europa, mentre le obese passeranno dal 10% al 15%. Molto peggio andranno i maschi per cui, secondo le tabelle elaborate dall'Oms, si passerà dal 58% di sovrappeso del 2010 al 70% nel 2030, con gli obesi che passeranno dal 12% al 20%.


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