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L’autismo si riconosce già da come un neonato piange

La Fondazione Bambini delle Fate sostiene un importante progetto di ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità, che sta monitorando il pianto e il movimento spontaneo dei bambini fin dalle prime settimane di vita. Scoprendo anomalie che potrebbero consentire di diagnosticare l'autismo già entro il primo anno di vita: questo consentirebbe una presa in carico tempestiva e più efficace

di Sara De Carli

NIDA, il Network Italiano per il riconoscimento precoce dei Disturbi dello Spettro Autistico, cresce grazie al sostegno dei Bambini delle Fate, la Fondazione creata da Franco Antonello, papà di Andrea protagonista del fortunato libro “Se ti abbraccio non aver paura”.

La Fondazione ha dato un contributo di 100mila euro che permetterà di allargare per il prossimo anno la rete anche in Piemonte e, successivamente, in altre regioni. «Ecco come pubblico e privato possono costituire un binomio virtuoso, a servizio della salute di tutti», ha detto Walter Ricciardi, Commissario dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il network prevede la sorveglianza e la valutazione del neurosviluppo di neonati a basso e ad alto rischio, attraverso l’osservazione di alcuni indici quali il pianto neonatale, la motricità spontanea e l'attenzione verso stimoli sociali, nel primo anno di vita di questi bambini: il campione oggi è costituito da circa 100 bambini e si espanderà proprio grazie al contributo dei Bambini delle Fate.

«Grazie alla rete italiana siamo oggi riusciti a diagnosticare precocemente circa il 17% di casi di disturbi dello spettro autistico e ritardo nello sviluppo del linguaggio nei bambini monitorati, ma l’obiettivo è quello di fornire un modello efficace da applicare ogni volta che si presenta una situazione a rischio», continua Ricciardi.

I primi risultati dello studio hanno evidenziato come i bambini colpiti da questi disturbi presentino, già nelle prime settimane di vita, alcune anomalie nel pianto e nel movimento spontaneo: se questi dati venissero confermati in un più ampio campione e sarà possibile associare tali anomalie ad alcune caratteristiche cliniche e biologiche dei pazienti presi in esame, potrà essere attivato un monitoraggio per la loro identificazione precoce, già nel primo anno di vita, ed attivato un intervento precoce che sia il più possibile intensivo e individualizzato. Riconoscere precocemente significa infatti intervenire precocemente, riducendo l'impatto di tali disturbi nella vita dei bambini e dei loro familiari.

«La nostra Fondazione ha finanziato progetti per 5 milioni di euro in dieci anni», afferma Franco Antonello, Presidente dell’Associazione I Bambini delle Fate. «Lo facciamo coinvolgendo il mondo delle imprese, oltre 600 in tutta Italia, che hanno scelto di sostenere i nostri progetti rendendo pubblici costantemente i destinatari dei nostri finanziamenti e i nomi dei responsabili destinatari dei nostri progetti. Abbiamo scelto l’Istituto Superiore di Sanità per l’importanza degli obiettivi che si propone la costruzione di questa rete e perché con questo progetto la Fondazione si apre anche a una prospettiva europea tanto che la nostra intenzione è quella di raddoppiare l’investimento nel prossimo anno. Lo facciamo anche perché l’autismo ha bisogno di una rete attraverso la quale creare una cultura su questa problematica perché serve un’integrazione reale che spezzi il silenzio e sostenga le famiglie nell’amare e crescere i loro figli».

Foto di LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images


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