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Politica & Istituzioni

Caro Renzi, senza i sindacati non si esce dalla crisi

Alla vigilia della partecipazione del premier alla kermesse riminese, il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan avverte il governo: «Metterci ai margini sarebbe un errore, perchè solo i corpi intermedi come noi rafforzano il patto tra generazioni e impediscono la vittoria delle lobby»

di Gabriella Meroni

«Alla politica che vuole mettere a margine il sindacato dobbiamo ricordare che la rappresentanza sociale è importante perchè tiene insieme cittadini forti e deboli, e solo attraverso patti sociali forti tra governo, enti locali e corpi intermedi possiamo far uscire l'Italia dalla più grave crisi della sua storia senza farla diventare un paese dove le rappresentanze sociale contano meno delle lobby». E' stato questo il chiaro messaggio di Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, intervenuta oggi al Meeting di Rimini nell'ambito dell'incontro "Sindacato e prospettiva dei corpi intermedi". Un messaggio che sembra rivolto al premier Matteo Renzi, atteso qui a Rimini domani mattina. «Renzi non può riferirsi ai sindacati in modo indistinto, perchè c'è sindacato e sindacato», ha rincarato la dose il professor Giulio Sapelli, pure presente al dibattito. «Il governo deve abbassare la cresta e capire che senza corpi intermedi non si governa. Serve più umiltà, attenzione e rispetto, perchè le autonomie funzionali sono una cosa, i corpi intermedi sono un'altra, e siccome derivano direttamente dalla libera associazioni dei cittadini non chiedono allo stato nulla ma anzi spesso danno».
Durante l'incontro, moderato dal professor Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, è stato affrontato anche il tema della rottura del patto tra generazioni, che secondo Furlan «il sindacato contribuisce invece a sanare, in qualità di casa comune che crea le condizioni per un reale incontro e un'alleanza tra giovani e anziani, uomini e donne, lavoratori e disoccupati. Per fare questo però», ha sottolineato, «serve un sindacato forte, radicato nei territori, che riesca a sintetizzare i bisogni di una comunità composta da lavoratori e aziende». Un sindacato, ha concluso il segretario generale, «che deve saper dire dei sì e dire dei no anche a chi oggi rappresenta il potere, e la Cisl non ha mia avuto paura di dire il vero, anche quando è scomodo».


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