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Boom dei prodotti bio nelle mense, +43% in 4 anni

A dirlo è Fedagri-Confcooperative sulla base dei dati Biobank che verranno presentati ad Expo. Lombardia, Veneto e Emilia Romagna guidano la classifica delle regioni con il più alto numero di mense biologiche

di Redazione

Nelle mense scolastiche italiane si mangia sempre più biologico. Se dieci anni fa erano solo 839 le mense in cui venivano proposti quotidianamente prodotti biologici, l’ultima rilevazione del 2014 ne ha rilevate 1.249, con un incremento del 43% in quattro anni. Sono questi alcuni dei numeri elaborati da Fedagri-Confcooperative sulla base dei dati Biobank che verranno presentati il prossimo 30 settembre all’Expo, nel convegno “Il bio nel piatto. Cooperazione biologica e ristorazione collettiva” a cui parteciperà tra gli altri il Vice Ministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero.

Le regioni leader per numero di mense scolastiche sono la Lombardia (224), il Veneto (192) e l’Emilia Romagna (172). Il totale dei pasti giornalieri serviti è pari a 1,2 milioni e in 290 delle mense biologiche, pari al 23% del totale, viene utilizzata una percentuale di almeno il 70% di materi prime bio.

«Il trend è senz’altro positivo, ma molto si può ancora fare per incrementare l’impiego di prodotti bio nelle mense scolastiche e in genere nella ristorazione collettiva», spiega Andrea Bertoldi, Coordinatore del settore biologico dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari.

Allo sviluppo dell’agricoltura biologica e di qualità fu dato un primo importante contributo con la legge finanziaria 2000, che all’art. 59 prevedeva per “le istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche ed ospedaliere (…) l’utilizzazione nelle diete giornaliere di prodotti biologici tipici e tradizionali”. In seguito a questa prima norma, le varie regioni hanno progressivamente recepito e normato tali indicazioni attraverso linee guida, leggi regionali, e programmi per l’orientamento dei consumi e di educazioni alimentare.

Fino ad arrivare, nel 2011, alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, dei Criteri ambientali minimi per il servizio di ristorazione collettiva e la fornitura di derrate alimentari, che fanno parte del Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione (ovvero Piano d’Azione Nazionale sul Green Public Procurement) sviluppati dal ministero dell’Ambiente, che indicano in almeno il 40% la quota della ristorazione pubblica che dev’essere di origine biologica.

«Se si considera infatti che oltre 10 milioni di italiani, la gran parte dei quali sono bambini e ragazzi, pranza regolarmente fuori casa ogni giorno – conclude Bertoldi – si può ben comprendere quanto è importante garantire cibi sani e di qualità anche fuori casa».

Ad aprire il convegno e in rappresentanza della produzione biologica sarà presentato il libro sulla vita di Gino Girolomoni, padre fondatore del biologico in Italia, al quale si deve il messaggio forte, a testimonianza della sua missione, che “Mangiare non è soltanto piantare, raccogliere, trasformare e cuocere il cibo. Mangiare è dono, spiritualità, amicizia, fraternità, bellezza, calore, colore, sapienza, semplicità, compagnia”.


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