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Coop sociali, il governo non tocchi l’Iva agevolata

L'Alleanza delle Cooperative, ricevuta dal governo per presentare proposte in vista delle Legge di Stabilità, si oppone a qualsiasi rialzo dell'Iva al 4%, come sembrerebbe chiedere l'Europa. Il presidente Altieri: «Sarebbe la morte di un settore che già vive molte criticità»

di Gabriella Meroni

Non toccate il regime Iva delle cooperative sociali, che non potrebbero sopportare ritocchi al rialzo, pena l’azzeramento del settore. E’ quanto hanno chiesto al governo i rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative che sono stati ricevuti mercoledì dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti. All’incontro, programmato per consegnare le proposte delle Cooperative in vista della prossima legge di Stabilità, hanno partecipato il presidente dell’Alleanza Rosario Altieri (nella foto) e i due co-presidenti Maurizio Gardini e Mauro Lusetti. «L’Iva al 4% deve essere mantenuta stabile», dichiara il presidente Altieri, «anche in considerazione delle tante criticità che le coop sociali devono affrontare: i costanti ritardi nei pagamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni, le gare al massimo ribasso, costi orari spesso al di sotto dei minimi stabiliti dal contratti collettivi nazionali. Aumentare l’Iva per i servizi sociali impedirebbe di fatto alle coop di continuare nelle loro attività a favore dei soggetti svantaggiati».

Attualmente il regime Iva al 4% – hanno sostenuto diversi esponenti del governo, non solo attuale – cozzerebbe con quanto stabilito dall’Unione Europea in tema di concorrenza, e avvantaggiando “indebitamente” i soggetti cooperativi andrebbe ritoccata al rialzo. A questo proposito, voci di corridoio hanno avanzato l’ipotesi di un’imposta al 10%. «Un’ipotesi da scongiurare», continua Altieri, «come abbiamo scritto nel documento consegnato al governo, anche si trattasse di pochi punti in più. Mentre non vogliamo neppure pensare a un eventuale allineamento agli altri valori del mercato. Ugualmente sbagliato», conclude il presidente dell’Alleanza delle Cooperative, «sarebbe pensare di affidare alcuni o tutti i servizi oggi svolti dalla cooperazione sociale al volontariato, sia perché non ne avrebbe i numeri, sia perché mancherebbe della necessaria professionalità. Non possiamo risparmiare sulla pelle dei più deboli».


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