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Anche Genova vara lo Ius soli comunale

«I bambini che nascono e vivono in Italia sono italiani». Mentre il Parlamento temporeggia, sono sempre più numerosi i Comuni che decidono di riconoscere questa evidenza del buon senso almeno simbolicamente, conferendo ai nuovi italiani la cittadinanza onoraria. Dopo Milano, Napoli, Torino, Bologna, Palermo, Reggio Calabria e oltre duecentocinquanta altri Comuni è la volta di Genova

di Pietro Barabino

Anche il Comune di Genova spinge per una riforma della legge sulla cittadinanza che garantisca al bambino nato in Italia da genitori immigrati gli stessi diritti dei coetanei con i quali affronta il percorso di crescita.

Il sindaco Marco Doria ha consegnato gli attestati di “Cittadinanza genovese” ai ragazzi delle scuole secondarie di primo grado che sono arrivati con le loro classi ad affollare la prestigiosa Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale. Non solo una cerimonia formale ma una festa con la musica della Banda di Caricamento, l’intrattenimento del comico Enrique Balbontin, i ritratti fotografici di Timothy Costa e il saluto dei calciatori Ezequiel Munoz (Genoa) e Lazaros Christodoulopoulos (Sampdoria).

L’iniziativa di oggi è il punto di arrivo di una campagna di sensibilizzazione portata avanti da anni dall’Associazione Nuovi Profili e dal Movimento “Fratelli e Fratellastri” che ha portato Lista Doria e Sel a presentare una mozione in merito nel settembre dello scorso anno, approvata all’unanimità dal consiglio comunale genovese (fatta eccezione per i tre voti contrari dei consiglieri di Forza Italia Lauro e Balleari e del leghista Rixi).

Nel dettaglio, la mozione impegna l'Amministrazione a riconoscere la cittadinanza “genovese” ai minori residenti a Genova nati in Italia da genitori stranieri o minori residenti nel Comune da almeno 5 anni. Inoltre l’Amministrazione si è impegnata ad aderire alle campagne nazionali che pongono al centro il riconoscimento dei diritti di cittadinanza, e a inviare lettera formale ad Asl, Regione, Università, ufficio scolastico regionale invitandoli a non includere la richiesta di cittadinanza italiana come requisito per accedere a concorsi pubblici.

«Con questa iniziativa l’Amministrazione sottolinea la necessità di una riforma che dia a tutti coloro che nascono, crescono e studiano nel nostro Paese la possibilità di diventare cittadini italiani», ribadisce il sindaco Marco Doria, che a chi chiede se il Governo riuscirà ad approvare una legge che conceda lo ius soli risponde: «Sono sicuro di sì, non solo si può fare, ma lo stanno facendo. È faticoso, ci sono ottusità e resistenze, ma c’è una spinta inarrestabile, e noi questa spinta la vogliamo sostenere».

«Questi bambini sorridenti sono i liguri di oggi e di domani. Un segnale forte e chiaro di questa amministrazione: Genova è di chiunque la senta sua, non di chi ha sangue italiano nelle vene», sottolinea Marianna Pederzolli (Lista Doria) promotrice della mozione, mentre Simohamed Kaabour, tra i punti di riferimento a Genova sul fronte del dialogo interculturale e nella lotta per i diritti di cittadinanza, sottolinea che quello di oggi «è un atto doveroso per stimolare il processo di valorizzazione della cittadinanza di origine immigrata. In un periodo così difficile, atti di buon senso e umanità sono necessari a far retrocedere i presupposti populisti e criminali, di chi di violenza e ignoranza vive».

Essendo storicamente l’Italia un paese di emigranti, da oltre un secolo vige lo “ius sanguinis”, cioè il diritto di cittadinanza concesso solo a chi è figlio di un cittadino italiano. Oggi a questo diritto che per anni ha agevolato il “ritorno” di tanti italiani andati all’estero a cercar fortuna, si chiede da più parti venga affiancato lo “ius soli”, che permette a chi nasce e cresce qui di essere a tutti gli effetti un cittadino italiano, come accade senza condizioni negli Stati Uniti, in Canada e nei paesi Sudamericani e con alcune limitazioni in Francia, Gran Bretagna, Germania e Irlanda: paesi che storicamente hanno saputo valorizzare il contributo degli immigrati, in gran parte italiani.


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