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Cooperazione & Relazioni internazionali

Msf contrattacca e chiede la Commissione d’inchiesta umanitaria

#IndipendentInvestigation è l'hashtag lanciato da Medici senza Frontiere a sostegno della richiesta della presidente internazionale dell'organizzazione che ha parlato da Ginevra. «Anche la guerra ha delle regole», ha ricordato a pochi giorni dal bombardamento subito dall'ospedale in Afghanistan in cui sono morte 22 persone e definito un «attacco alla Convenzione di Ginevra»

di Antonietta Nembri

«Anche la guerra ha delle regole», sono queste le prime parole del discorso della presidente internazionale di Medici senza Frontiere, Joanne Liu, che oggi a Ginevra, ha chiesto l’attivazione della Commissione d’Inchiesta Umanitaria Internazionale.

“Nessuna giustificazione” aveva detto con forza il direttore generale di Medici senza Frontiere, Christopher Stokes lunedì 5 ottobre, due giorni dopo il bombardamento dell’ospedale di Kunduz in Afghanistan in cui sono morte 22 persone: 12 operatori e 10 pazienti di cui tre bambini. L’organizzazione sta invitando a sostenere in modo virale sui social la richiesta di una Commissione d’inchiesta internazionale con l’hashtag #IndipendentInvestigation, già centinaia le foto e i messaggi arrivati da tutto il mondo che sono raccolti una “tagboard”.

Nel suo intervento la presidente Liu ha ricordato come «i pazienti e lo staff di Msf uccisi a Kunduz si sono aggiunti al numero infinito di persone uccise in tutto il mondo in zone di conflitto, di cui si parla come "danno collaterale" o "inevitabile conseguenza della guerra". Il Diritto Internazionale Umanitario non è fatto di "errori”. È fatto di intenzioni, fatti e ragioni»

L’attacco Usa contro l’ospedale a Kunduz è per Msf la più grave perdita di vite umane mai subita dall’organizzazione per un attacco aereo oltretutto, ha continuato la presidente «decine di migliaia di persone a Kunduz non possono più ricevere cure mediche proprio ora che ne hanno più bisogno. Oggi diciamo basta. Anche la guerra ha delle regole. A Kunduz i nostri pazienti sono bruciati vivi nei loro letti. Medici, infermieri e personale di Msf sono stati uccisi mentre lavoravano».

Nel suo discorso la presidente Joanne Liu ha voluto offrire un tributo alle persone morte nell’attacco, definito «ripugnante» come pure agli operatori che hanno continuato a trattare i feriti nell’ospedale ancora in fiamme.

Quello contro l’ospedale di Kunduz è per Msf «un attacco contro le Convenzioni di Ginevra. È inaccettabile. Queste Convenzioni governano le regole della guerra e sono state stabilite per proteggere i civili nei conflitti, compresi pazienti, operatori e strutture sanitarie. Portano un minimo di umanità in quella che altrimenti è una situazione inumana. Le Convenzioni di Ginevra non sono solo un astratto quadro legale, sono la differenza tra la vita e la morte per le equipe mediche sulla linea del fronte. Sono ciò che permette ai pazienti di accedere alle nostre strutture sanitarie in modo sicuro e ciò che consente a noi di fornire cure mediche senza essere colpiti. È esattamente perché è vietato attaccare gli ospedali in zone di guerra che ci aspettiamo di essere protetti», ha continuato.

Da qui la richiesta: «I fatti e le circostanze di questo attacco devono essere investigati in modo indipendente e imparziale, soprattutto data l’inconsistenza dei resoconti americani e afghani su quanto accaduto negli ultimi giorni. Non possiamo fare affidamento solo su investigazioni militari interne condotte dalle forze Usa, Nato e afghane».

È l’attivazione della Commissione d’Inchiesta Umanitaria Internazionale sull’attacco di Kunduz che Msf richiede. Una Commissione creata dai Protocolli Aggiuntivi alle Convenzioni di Ginevra ed è l’unico organo permanente istituito specificamente per investigare le violazioni del Diritto Internazionale Umanitario. Ma per attivarla occorre che uno dei 76 stati firmatari sostenga l’inchiesta e dal 1991, anno della sua creazione, la commissione non è mai stata usata.

«È inaccettabile che gli Stati si nascondano dietro accordi informali e così facendo lascino il campo libero all’impunità. È inaccettabile che il bombardamento di un ospedale e l’uccisione di staff e pazienti possano essere liquidati come danno collaterale o messi da parte come un errore», la presidente internazionale di Msf ha poi concluso l'intervento con un appello: «Oggi contrattacchiamo per il rispetto delle Convenzioni di Ginevra. Come medici, contrattacchiamo per il bene dei nostri pazienti. Abbiamo bisogno di voi, come esponenti della società civile, perché siate dalla nostra parte nel ribadire che anche le guerre hanno delle regole».


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