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Cooperazione & Relazioni internazionali

Yemen, distrutto un ospedale di Msf

Un raid aereo della coalizione guidata dall'Arabia Saudita ha colpito la struttura supportata da Medici senza Frontiere dallo scorso maggio. Per l'organizzazione si tratta dell'ennesima violazione del diritto internazionale. 200mila persone ora sono prive di cure mediche salvavita

di Antonietta Nembri

Bombardato un altro ospedale. Questa volta in Yemen. Nella serata di lunedì gli attacchi aerei compiuti dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita in Yemen settentrionale hanno distrutto l’ospedale supportato da maggio (subito dopo l'inizio del conflitto) da Medici senza Frontiere. Si tratta del piccolo ospedale del distretto di Haydan, nella provincia di Saada che è stato colpito da diversi raid aerei dalle ore 22,30 di lunedì.

Per fortuna non si contano vittime. Il personale ospedaliero e due pazienti sono riusciti a fuggire prima dei successivi attacchi che sono andati avanti per due ore. Un membro del personale è stato leggermente ferito durante la fuga. La conseguenza più grave è che almeno 200.000 persone non hanno più accesso a cure mediche salvavita ora che l'ospedale è distrutto.

«Questo attacco è un altro esempio del completo disprezzo dei civili in Yemen, dove i bombardamenti sono ormai all’ordine del giorno», dichiara Hassan Boucenine, capo missione di Msf in Yemen.
Msf ribadisce ancora una volta che “il bombardamento di civili e ospedali è una violazione del diritto internazionale umanitario” e anche in questo caso Msf chiede alle forze della coalizione di spiegare le circostanze dell'attacco a Haydan. Le coordinate Gps dell'ospedale erano state regolarmente comunicate alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita, e il tetto della struttura era chiaramente identificabile grazie al logo di Msf

«Dodici ore dopo l'attacco aereo, si vedeva ancora il fumo uscire dalla struttura», racconta Miriam Czech, coordinatore di progetto per Msf a Saada. «La degenza, l'ambulatorio, il reparto maternità, il laboratorio e il pronto soccorso sono tutti distrutti. Era l'unico ospedale ancora funzionante nella zona di Haydan».
Da quando Msf ha iniziato a supportare l'ospedale sono stati assisiti circa 3.400 pazienti, con una media di 200 feriti di guerra al mese ricoverati al pronto soccorso.

«Lo Yemen è in una guerra a tutto campo, in cui la popolazione bloccata dalla parte sbagliata è considerata un obiettivo legittimo», prosegue Hassan Boucenine. «Mercati, scuole, strade, ponti, camion che trasportano generi alimentari, campi sfollati e strutture sanitarie sono state bombardate e distrutte. E le prime vittime sono proprio i civili».
Adesso la priorità di Msf è quella di ripristinare una nuova struttura sanitaria il prima possibile, per garantire alla popolazione di Haydan l’assistenza medica di cui ha bisogno.

L’ospedale distrutto dal raid aereo era una delle due strutture sanitarie gestite da Msf nel governatorato di Sa'ada. Dall'inizio della crisi in Yemen nel marzo 2015, Msf ha curato più di 15.500 feriti di guerra e continua a fornire anche servizi sanitari non di emergenza.


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