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Expo chiude, il servizio civile continua

Finita l'esperienza diretta all'Esposizione universale, per 140 ragazze e ragazzi è giunto il momento di tornare nelle sedi di attuazione dei propri progetti, fino alla scadenza di aprile 2016. "Si impegneranno in interventi sul territorio lombardo e non solo, a cominciare dalle scuole, per spiegare cos'è stata Expo", spiega Licio Palazzini, presidente di Arci servizio civile che è l'ente di riferimento per 39 giovani

di Redazione

Servizio civile ed Expo 2015, al via la fase due. Con la chiusura dell’Esposizione universale, i 140 giovani selezionati con il bando del Dipartimento della Gioventù e assegnati ai progetti Expo 2015 e la Partecipazione dei Paesi nei Cluster tematici (90 volontari) ed Expo 2015: partecipazione della società civile e cittadinanza attiva (50 volontari) salutano il sito espositivo e tornano ognuno nei contesti di riferimento degli enti non profit che li aveva selezionati.

“Hanno vissuto sei mesi molto intensi, in un grande lavoro di gruppo, e ci hanno riportato un grado di soddisfazione molto alto, con una valutazione di 7.9 su 10”, spiega Licio Palazzini, presidente di Asc, Arci servizio civile, ente capofila del secondo progetto – per il primo la referente è Caritas italiana. Con Caritas e Asc hanno compartecipato al bando altre realtà come Confcooperative, Salesiani e Acli – che ha appena potuto vagliare il risultato di un monitoraggio a caldo dell’esperienza dei proprio 39 volontari avviati. “Si sono avvicendati nella zona di Cascina Triulza e nei cluster di riferimento delle singole associazioni, in questi primi sei mesi hanno già svolto almeno 900 delle 1400 ore totali, quindi d’ora in avanti il monte orario andrà riducendosi”, specifica Palazzini.

E ora, finito Expo, in quali mansioni saranno impiegati i giovani in servizio, dato che saranno in attività fino ad aprile 2016? “Due gli ambiti di intervento”, risponde il presidente di Asc, “la prima sarà una riflessione ragionata sul ruolo avuto e sulle capacità acquisite durante l’Esposizione, attraverso un monitoraggio nazionale seguito direttamente dal Dipartimento. La seconda, più operativa, prevede vari interventi sul territorio lombardo e in qualche caso piemontese – ovvero dove sono dislocate le sedi di attuazione – per restituire alla collettività cos’è stato Expo 2015: in questo senso, abbiamo già ricevuto le prime richieste di alcune scuole”.

E ora, finita Expo, in quali mansioni saranno impiegati i giovani in servizio, dato che saranno in attività fino ad aprile 2016? “Due gli ambiti di intervento”, risponde il presidente di Asc, “la prima sarà una riflessione ragionata sul ruolo avuto e sulle capacità acquisite durante l’Esposizione, attraverso un monitoraggio nazionale seguito direttamente dal Dipartimento. La seconda, più operativa, prevede vari interventi sul territorio lombardo e in qualche caso piemontese – ovvero dove sono dislocate le sedi di attuazione – per restituire alla collettività cos’è stato Expo 2015: in questo senso, abbiamo già ricevuto le prime richieste di alcune scuole”.


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