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Fatebenefratelli di Milano, ecco i supereroi

Gli ultimi arrivati alla Casa Pediatrica del Fatebenefratelli di Milano sono i supereroi dell’artista siciliano Domenico Pellegrino. Le istallazioni rientrano nel progetto “Arte come terapia” inaugurato lo scorso anno con le opere di altri 24 artisti…

di Anna Spena

Li ha pensati, e poi realizzati, girati di spalle; con gli occhi che guardano dentro le finestre. Sono i quattro supereroi che Domenico Pellegrino, artista siciliano, ha creato per la Casa Pediatrica dell’Ospedale Fatebenefratelli.

Le sue istallazioni rientrano nel progetto “Arte come Terapia” ideato due anni fa da Donata Berger.

«Sono venuto a conoscenza del progetto grazie alla Fondazione Maimeri. Appena mi hanno proposto di realizzare un’opera, ho subito detto di sì», spiega Pellegrino. «Io lavoro spesso con l’immaginario dei supereroi. I supereroi infondo siamo noi; attirano l’attenzione quelli più umani. Perché in realtà è come se dentro quel costume ci fosse uno di noi. Questa volta li ho disegnati con lo sguardo rivolto all’interno perché devono vegliare sui bimbi, come guardie del corpo».

Capitan America, Spider-man, Batman, Hulk, esibiscono le caratteristiche che li rendono internazionalmente riconoscibili come classici supereroi americani, ma al tempo stesso richiamano nelle loro fattezze icone e simboli propri della Sicilia.

«Arte come terapia»,dice l’ideatrice Donata Berger, «è un’idea tutta milanese che mi è venuta vedendo i lavori al cantiere della Casa Pediatrica. Volevo rallegrale l’ambiente; ho chiesto a 24 artisti se volevano appropriarsi di una stanza e renderla loro, creando un progetto per i bambini. E cosi è stato. Abbiamo lavorato in cantiere con gli artisti, e poi sull’onda dell’arte intesa come modo per rallegrare una degenza abbiamo anche creato degli spazi per delle mostre di fotografie. Abbiamo pensato in divenire perché ogni volta che un artista ci dona un’opera noi siamo felici di aggiungerla alla nostra “galleria” sperando che i piccoli pazienti e le famigli che si trovano qua possano anche distrarsi un po’ e distaccarsi dai motivi per i quali sono trattenuti».

Fino ad oggi il progetto ha lavorato con circa trenta artisti e l’impatto che le opere hanno avuto e continuano ad avere sui bambini sono incoraggianti.

«I bambini sono gioiosi», spiega la Berger, «sono molto piccoli e anche se non lo percepiscono ogni opera è stata pensata e realizzata appositamente per loro».


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