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E se il figlio non arriva? La Chiesa finalmente ne parla

Il Centro Giovani Coppie San Fedele di Milano propone una tavola rotonda sul tema “Sterilità e fecondità: quando il percorso è difficile”, dedicato alle giovani coppie che faticano a concepire un figlio. Tre coppie porteranno la loro esperienza con la fecondazione assistita: una ha rinuciato, una ha adottato, una dopo sei tentativi ha avuto due gemelle

di Sara De Carli

Che succede in una coppia quando un figlio non arriva? Quali dinamiche psicologiche, quali nuovi elementi entrano nella relazione di coppia? «Non è un giudizio sulle scelte che le coppie fanno, ma un porre l’attenzione sul fatto che comunque qualcosa succede, non per forza di negativo», spiega Adriano Pennati. Pennati è il responsabile della formazione del Centro Giovani Coppie San Fedele di Milano, l’associazione di volontariato spin off dello storico Centro Culturale San Fedele, che a Milano significa gesuiti. Sabato 5 marzo il Centro organizza una tavola rotonda sul tema “Sterilità e fecondità: quando il percorso è difficile”, dedicato alle giovani coppie che faticano a concepire un figlio. Tre coppie racconteranno con un video la loro ricerca di un figlio attraverso la fecondazione assistita: due di queste coppie hanno abbandonato l’esperienza, una rinunciando all’idea di diventare genitori e l’altra optando per l’adozione (per poi ritrovarsi in attesa di un figlio biologico nel giro di un anno). Una terza coppia, invece, dopo sei anni ha avuto due gemelle con la fecondazione assistita.

Amici che non soffrono perché non riescono ad avere un figlio li abbiamo tutti. Queste coppie sono tante, tantissime, ma la Chiesa non ha mai rivolto a loro un pensiero. Per la prima volta, quindi, la Chiesa si accorge di loro? «Diciamo che se ne accorge il Centro Giovani Coppie San Fedele, nel senso che non abbiamo la pretesa di parlare a nome della chiesa», precisa Pennati, che ha tre figli e due nipoti. «Però ci riconosciamo molto in alcuni atteggiamenti pastorali di papa Francesco. Tentiamo di essere sempre pronti a capire, non a giudicare».

Le coppie parlano di tristezza, di sogno che non si avvera, di «sentirsi difettosi», di sensi di colpa verso il compagno, di un rapporto «messo a dura prova». Ma anche di «sofferenza fisica» per le donne nel percorso della fecondazione assistita, di un’altalena faticosa fra «speranza e continue delusioni», di fatiche accettate «per lei». Tutte, nelle scelte diverse che hanno maturato, rifarebbero la scelta fatta.

Da qualche anno, ammette Pennati, «volevamo affrontare questo tema in modo diretto, perché i numeri ormai sono impressionanti, è un tema che riguarda tante coppie. Noi cerchiamo di capire cosa accade nella relazione di coppia quando ci si avvia nei percorsi di procreazione assistita. Perché qualcosa succede, non necessariamente di negativo», dice Pennati. «Queste tre coppie racconteranno i percorsi diversi e le scelte diverse che hanno fatto e poi tre persone che fanno mestieri diversi – una psicologa, un medico e un teologo – interagiranno con loro. La scommessa è non partire da come la pensano ma da come le storie li interpellano, restituendo attenzione al vissuto e all’esperienza umana, spostando attenzione dagli aspetti tecnici e morali agli aspetti di vita».

In foto Papa Francesco benedice la pancia di una donna incinta a Isernia nel 2014 (ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images)


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