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Economia & Impresa sociale 

Banche e finanziarie: in aumento i ricorsi dei clienti

Sempre più spesso ci si avvale dell’Arbitro Bancario e Finanziario (ABF), il sistema stragiudiziale di risoluzione delle controversie, giunto al sesto anno di attività. A dirlo è una relazione di Banca d’Italia

di Marco Marcocci

I clienti delle banche e delle finanziarie ricorrono sempre più spesso all’Arbitro Bancario e Finanziario (ABF), il sistema stragiudiziale di risoluzione delle controversie con gli intermediari bancari e finanziari, giunto al sesto anno di attività.

La Banca d’Italia ha pubblicato la “Relazione sull’attività dell’Arbitro Bancario e Finanziario” svolta nel 2015 e quello che emerge è una significativa crescita dei casi in cui l’istituto è stato chiamato ad intervenire.

Nel corso del 2015, infatti, sono stati presentati 13.575 ricorsi, il 21% in più rispetto al 2014, ed i casi decisi sono stati decisi 10.450, oltre 1.800 in più rispetto all’anno precedente. In media ogni mese oltre 1.100 clienti (erano circa 900 nel 2014) hanno sottoposto ai tre Collegi ABF (Milano, Napoli e Roma) una nuova controversia nei confronti di una banca o di un intermediario finanziario in ordine alla correttezza del loro operato o a contrasti su reciproci diritti, obblighi e facoltà.

La tematica più frequente sulla quale i clienti delle banche e delle finanziarie hanno chiesto l’intervento dell’Arbitro sono state le operazioni di finanziamento contro cessione del quinto dello stipendio o della pensione. In diminuzione invece i ricorsi relativi alle carte di credito, ai bancomat e ai mutui (rispettivamente -50, -19 e -14 per cento nel confronto con il 2014).

Le decisioni dell’ABF sono state, nel 2015, a favore dei clienti per il 68% dei casi ed in particolare il 41% con accoglimento totale o parziale delle richieste, mentre il 27% con cessazione della materia del contendere e soddisfazione del ricorrente.

Tradotto in soldoni, i clienti che hanno scelto di ricorrere all’Arbitro hanno avuto complessivamente un riconoscimento di 10 milioni di euro.

L’attività dell’ABF è destinata a salire ulteriormente nel corso del 2016, almeno questo è quanto lascia intravedere l’andamento registrato nel primo quadrimestre dell’anno corrente che vede un incremento del 56% con oltre 1.600 ricorsi mensili pervenuti.

Anche per questo, entro la fine dell’anno, saranno attivati quattro nuovi Collegi giudicanti (Torino, Bologna, Bari e Palermo), che si affiancheranno ai tre attualmente operativi che nel corso del 2015 hanno mensilmente esaminato 950 ricorsi (contro i quasi 800 del 2014). Inoltre è prevista una nuova procedura informatica di supporto al sistema, che consentirà l’accesso online all’ABF, che sarà operativa entro la metà del 2017.

L’Arbitro Bancario Finanziario è stato istituito dalla Banca d’Italia nel 2009 ed è uno dei sistemi stragiudiziali di risoluzione delle controversie e costituisce, in quanto tale, uno strumento di tutela alternativo rispetto alla giustizia ordinaria.

Le pronunce dell’Arbitro non sono sentenze e non vincolano giuridicamente né il cliente né l’intermediario, lasciando ferma per entrambi la possibilità di rimettere la controversia all’esame del giudice civile. Il procedimento ABF soddisfa però i requisiti per la procedibilità della domanda giudiziale: chi intende iniziare una causa civile deve prima esperire un tentativo di mediazione all’ABF. Anche se la competenza dell’Arbitro non si estende alle obbligazioni (ordinarie e subordinate) emesse da banche, per il consumatore l’ABF è sinonimo di tranquillità. Ma quanti clienti conoscono la sua esistenza?


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