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Petra Laszlo, la reporter che sgambettava i profughi oggi viene premiata

Dopo essere stata licenziata per il suo gesto, è stata insignita di un riconoscimento al Lakitelek festival per il suo documentario “Estraneo alla nazione”. Intanto la sua vittima Osama Abdul Mohsen ha perso il lavoro

di Lorenzo Maria Alvaro

Sembra la trama di un remake di Sliding Doors. È il settembre 2015 Petra Laszlo, una reporter ungherese, viene ripresa mentre sgambetta e scalcia i profughi che cercano di passare il confine tra Serbia e Ungheria. Il gesto fa il giro del mondo e la giornalista viene giustamente licenziata.

Intanto la vittima dei suoi calci, Osama Abdul Mohsen, profugo siriano, ex allenatore di calcio, che cercava di entrare in Europa con il figlio di 7 anni Zaid, grazia alla eco di quelle immagini arriva in Spagna e viene preso a lavorare per una scuola di allenatori. «È stata una fortuna essere stato preso a calci e sgambettato ed essere divenuto famoso», dichiarerà quealche tempo dopo.

Le immagini che fecero scandalo


Tutto è bene quel che finisce bene.

Un anno dopo però tutto sembra ribaltarsi. Mohsen perde il lavoro, perché non avrebbe ancora imparato bene lo spagnolo, e Petra Laszlo viene premiata per il suo lavoro.

Un premio cinematografico per il suo documentario cinematografico di 32 minuti dal titolo Nemzetidegen (Estraneo alla Nazione). Un film dedicato a un eroe della rivoluzione democratica e nazionale ungherese dell'ottobre-novembre 1956, brutalmente schiacciata nel sangue dall'Unione sovietica con due interventi militari. Il primo sconfitto il 24 ottobre da resistenti e soldati magiari, il primo vittorioso con la schiacciante superiorità militare.

Il film, protestano ong e partiti di opposizione, è stato sponsorizzato con finanziamenti pubblici nonostante il passato recente di Petra Laszlo e di suo marito, coautore.


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